L’INTERVISTA
Mario Chianale

TRE DOMANDE SULL’EUROPA

A colloquio con il Vicepresidente del Parlamento Europeo on. Roberto Formigoni

A dieci anni dalia prima elezione
del Parlamento Europeo a suffragio
universale quale ritiene siano I più
evidenti risultati della nostra appar­
tenenza alla Comunità?
« Giustamente si fa riferimento al­
le prime elezioni a carattere univer­
sale anche se, come tutti sanno, la
nostra appartenenza alla Comunità
Europea risale al 1957, perché cre­
do che con questo importante atto
democratico i popoli europei abbia­
no da un lato ratificato le scelte dei
loro governanti e dall’altro assunto
attraverso i loro diretti rappresentanti
la volontà di perseguire l’unione eu­
ropea. Il lento ma innegabile cammi­
no svolto in questi anni ha portato ad
una maggiore apertura tra i popoli
che si è concretizzata in più proficui
ed intensi scambi economici, finan­
ziari e della ricerca e che ha saputo
darsi modalità e scadenze (vedi il fa­
tidico 1992) per perseguire in modo
tangibile un progetto comune. Sareb­
be però riduttivo voler leggere il per­
corso intrapreso verso l’integrazione
europea solo attraverso i risultati di
ordine strutturale o economico e tra­
scurare invece ciò che in questi an­
ni è maturato in termini di coesione
culturale e sociale che sono poi le ve­
re basi di ogni sincera e duratura col­
laborazione tra i popoli e le genti pro­
venienti da storie e culture differenti.
È sull’Europa dei popoli e dei cit­
tadini che infatti vorrei richiamare
l’attenzione di tutti, perché è proprio
in questo che sta l’intuizione genia­
le dei padri fondatori, i quali hanno
voluto creare una « comunità » euro­
pea e non solo una zona di libero
scambio. Nel perseguire l'integrazio­
ne sociale, oltre che economica, la
nostra nazione ha giocato un ruolo
importante perché per la storia, la
tradizione culturale e la sua disposi­
zione morfologica e geografica l’Ita­
lia non poteva non essere portatrice
di un’attenzione anche alle zone più
periferiche o disagiate per farle par­
tecipi della comune costruzione
europea ».

Cosa ci attende dopo il 31.12.1992
Che ruolo ha svolto l’Italia nel pro­
cesso di integrazione europea e che in cui entrerà in vigore il mercato uni­
benefici ha tratto il nostro Paese dal­ co europeo e quali sono a Suo avvi­
la sua appartenenza alla Comunità? so i pericoli a cui potremo andare in­
contro?
« L’Italia ha svolto indubbiamente
« Molto si è detto a proposito ed a
un ruolo importante nel cammino del­
la Comunità, basta ricordare che an­ sproposito del ’92, data in cui va ri­
che i recenti accordi di annessione cordato prenderanno operatività una
di Spagna e Portogallo sono stati si­ serie di misure per favorire all’inter­
glati durante il semestre di presiden­ no della Comunità Europea la libera
za italiano, e ciò non per un caso ma circolazione di persone, servizi, mer­
per una precisa e radicata volontà di ci e capitali. Credo non si debba en­
perseguire l’unità europea frutto di fatizzare troppo questa data perché
un’educazione cosmopolita e di una vi stiamo giungendo con una prepa­
fiducia nella cooperazione tra i popo­ razione culturale di oltre un trenten­
li. Non dobbiamo dimenticare che gli nio ed una preparazione di ordine
italiani sono da sempre i piu europei­ strutturale operativo che in questi ul­
sti nel semestrale sondaggio condot­ timi anni ha assunto anche nel nostro
to dall’Eurobarometro tra le popola­ paese un buon livello. Ciò che inve­
zioni dei 12 stati membri. Anche la ce temo ed in diverse occasioni ho
proposta portata avanti al Parlamen­ denunciato, è la concentrazione del
to Italiano con un gruppo di colleghi potere economico e finanziario nel­
parlamentari per promuovere un re­ le mani di pochi gruppi internazionali
ferendum propositivo durante la a scapito di quelle piccole-medie
prossima tornata elettorale per dare realtà produttive che sono la ricchez­
un mandato costituente al prossimo za e la colonna portante della nostra
nazione, soprattutto nelle sue zone
Parlamento Europeo, ha trovato un
montane. Contro un tale progetto di
positivo riscontro.
concentrazione il Parlamento Euro­
Quanto poi l’Italia a sua volta ab­ peo si è più volte espresso dando
bia ricevuto dalla sua partecipazione priorità alle piccole e medie imprese
alla comunità mi pare si debba distin­ in campo economico e alle zone pe­
guere tra gli aiuti a carattere econo­ riferiche e di sottosviluppo in campo
mico per lo sviluppo delle nostre aree geografico nonché concentrando
ad economia più debole, tra cui an­ gran parte delle risorse economiche
che quelle montane, e l’inestimabile del bilancio comunitario sugli obiet­
beneficio di ordine politico e cultura­ tivi di omogeneo sviluppo dell’intero
le tratto dall’appartenenza alla più territorio.
importante entità economica mon­
L’aver fissato una scadenza sta
diale, nonché terra e patria delle no­ costringendo un po’ tutti a guardare
stre civiltà.
all'Europa sentendosi chiamati in
In questa dinamica mi sta partico­ causa in prima persona, e ciò non
larmente a cuore evidenziare il ruo­ può che essere un dato positivo.
lo svolto dalle nostre terre montane, Dobbiamo però nel contempo avere
non solo perché anch’io provengo da coscienza che l’integrazione cultura­
una città di storia e tradizione alpina, le e sociale non potrà essere il risul­
ma perché sono profondamente con­ tato di una mera operazione burocra­
vinto che l’Europa, come luogo di in­ tica, ma dovrà avere il più naturale
contro tra le genti, molto deve alle e lungo respiro della vita dei popoli:
dolorose emigrazioni delle sue popo­ è per questo che amo pensare al '92
lazioni montane che hanno però con­ non come ad una data d'arrivo, ma
tribuito a far incontrare ed unire uo­ ad un ulteriore ed importante’ tra­
mini di differente cultura e tra­ guardo di tappa verso l’unione
europea ».
B
dizione ».

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