UNCEMNOTIZIE
è bene ricordarlo, è avvenuto in pre­
valenza ad opera delle forze giovani
del posto, che in tali attività hanno
trovato soddisfacenti e remunerative
occasioni di stabile occupazione,
contribuendo inoltre per tale via ad
arrestare l’esodo storico della popo­
lazione attiva della montagna.
L’UNCEM ha già avanzato speci­
fiche richieste per la tutela e lo svi­
luppo delle zone agricole svantaggia­
te della montagna italiana, impe­
gnando in tale direzione il lavoro del
Comitato tecnico consultativo appo­
sitamente costituito presso la Presi­
denza del Consiglio dei Ministri.
Occorre predisporre ed attivare
adeguati interventi finanziari di soste­
gno per il permanere delle attività
produttive nelle zone di montagna.
Impegno forte della nostra Unione
è rappresentato dall’obiettivo di di­
scriminare necessariamente tra
montagna e territori maggiormente
favoriti per quanto attiene all’applica­
zione del rigido regime comunitario
sulle produzioni eccedentarie.
In particolare sul latte, occorre a
nostro avviso legare il controllo del­
la produzione di tale alimento ad un
criterio meno vincolistico, più gene­
rale e differenziato per i territori di
montagna, che consenta il manteni­
mento dell’attuale produzione, ne­
cessaria al consolidamento e alla sal­
vaguardia delle aziende agricole e
zootecniche operanti.
In tale contesto, l’UNCEM sugge­
risce l’opportunità di affidare alle Co­
munità montane, quale strumento
propulsivo dello sviluppo endogeno,
il compito — attraverso un bilancio
di zona — di garantire verso la CEE
il mantenimento delle quote di pro­
duzione del latte legate all’insieme
del territorio montano, con la preci­
pua finalità di consolidare le singole
aziende produttrici e di riflesso le
stesse aziende di trasformazione e di
commercializzazione dei prodotti
lattiero-caseari.
La forte polverizzazione della pro­
prietà agricola, caratteristica delle
aree montane, mal si concilia con i
vigenti criteri comunitari che sulla ba­
se di tale parametro pongono limita­
zioni insostenibili alle produzioni ti­
piche della montagna.
Una mirata politica di incentivazio­
ne, anche attraveso specifiche dero­
ghe a tali vincoli, non può che esse­
re salutata con soddisfazione da chi
nella montagna ancora vive e produ­
ce. E intenderebbe volentieri restar­
ci ancora, con pari dignità di cittadino
rispetto agli altri abitanti del paese ».

Il 29 maggio, presso la sede ANCl di Roma, si è svolto un incontro
delle Associazioni nazionali delle Au­
tonomie locali ANCI - UPI - UNCEM
con la partecipazione della CISPEL
e dell'AlCCRE, per esaminare il con­
tenuto dei più recenti provvedimen­
ti finanziari varati dal Governo, con
particolare riferimento al D.L. n.
120/90.
Presente per l’UNCEM il Segreta­
rio generale Folco Maggi assistito dal
dott. Massimo Bella, sono stati diffu­
samente trattati i problemi legati al­
le previsioni normative che compor­
tano una addizionale sul prezzo del­
l’acqua potabile di 300 lire al me per
usi civili e di 100 lire al me per usi in­
dustriali; la disciplina sulla sanatoria
per la tassa di smaltimento dei rifiuti
solidi urbani; la previsione nel docu­
mento economico-finanziario del Go­
verno dell’allargamento dell’obbligo
della Tesorerie unica anche per i Co­
muni con popolazione compresa tra
5.000 e 8.000 abitanti; le ampie e
gravi limitazioni per gli Enti locali sul­
la possibilità di accendere mutui con
la Cassa Depositi e Prestiti negli an­
ni 1990 e 1991, nonché il divieto di
indebitamento fino a tutto il 1991 sul
mercato finanziario con gli istituti del
credito privato.
Rilevanti perplessità ha suscitato
segnatamente l’acquisizione allo
Stato del gettito derivante dall’appli­
cazione della sanatoria sui rifiuti so­
lidi urbani, in considerazione del fat­
to che il servizio viene erogato dagli
stessi Enti locali, e dall’applicazione
dell’addizionale sull’acqua potabile,
quando i Comuni sono di fatto già ob­
bligati ad assicurare la copertura —
mediante tariffe di almeno l’8O°/o e
non oltre il 100% — dei costi di ge-

stione, con la conseguenza che i cit­
tadini dovrebbero pagare un prezzo
superiore al costo senza che ciò
comporti miglioramenti della rete idri­
ca per mancanza di investimenti nel
settore.
Il dibattito serrato è proseguito an­
che nella giornata del 30 maggio in
sede di Ufficio di Presidenza dell’ANCl allargato nella circostanza alla
partecipazione delle Associazioni de­
gli Enti locali, al fine di concordare
una linea comune di comportamento
rispetto al programma posto in atto
dal Governo con le misure predispo­
ste nei diversi decreti emanati. □
Riunitosi a Roma il 29-5-90, dopo
la lunga pausa conseguente allo
svolgimento delle elezioni ammini­
strative del 6 maggio, il Consiglio di
Presidenza ha esaminato tutte le
questioni ancora aperte che mag­
giormente interessano la vita degli
Enti associati per le implicazioni d'or­
dine istituzionale e finanziario che
comportano. Dopo una breve espo­
sizione del Presidente Martinengo
sulle iniziative già programmate e
che in questo ultimo periodo hanno
avuto ulteriore impulso, e su altre av­
viate e messe in campo per essere
successivamente decise nella sede
competente, il Consiglio di Presiden­
za ha stabilito la convocazione della
Giunta esecutiva con all’ordine del
giorno in particolare:
1) Riforma delle Autonomie locali —
Determinazioni
2) Rinnovo Delegazioni e Prepara­
zione Congresso nazionale
3) Comunicazioni Presidente e prov­
vedimenti conseguenti.

Approvata la riforma della Scuola Elementare
Nel momento di andare in stampa, apprendiamo della definitiva ap­
provazione della legge di riforma della scuola elementare.
Il voto finale è stato espresso daH’Assemblea della Camera il 23 mag­
gio sul medesimo testo precedentemente approvato dal Senato.
La nuova normativa implica una radicale trasformazione dell’attuale
disciplina e già dal prossimo anno scolastico potrà iniziare un graduale
rinnovamento.
Con particolare riguardo al tema delle pluriclassi in montagna, del qua­
le abbiamo ripetutamente parlato nel recente passato, l’intervento mira­
to dell’UNCEM ha contribuito ad impedire all’art. 3 la fissazione di un
limite minimo rigido di alunni per ogni classe.
Resta pertanto in atto a tale riguardo la normativa preesistente, fina­
lizzata a consentire in particolari realtà locali la formazione di pluriclassi.

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