Sopra, a sinistra: due foto di Davide Camisasca tratte dal sito iwvw walscrland.org; a destra, una foto dall’archivio Giuliano/ Vaschette. C’è ancora la guerra, ma ciononostante i che die erano alle porte e che, con la crescente montanari raccolti tra Valle d’Aosta e Valli industrializzazione, avrebbero finito per valdesi della provincia di Torino, seguendo l’in emarginare la montagna. segnamento dei federalisti guidati da Altiero Quell’esperienza e quel documento non Spinelli, già guardano al futuro, per organiz ebbero seguito, anche se qualche frutto lo die zare il dopo dittatura. La scelta di Chivasso, fu dero. Furono infatti i Consigli comunali delle casuale, dovuta soprattutto alla raggiungibilità valli valdesi a proporre l’inserimento della nor da Torino, Milano e Aosta cui facevano riferi ma a garanzia delle minoranze etnico lingui mento i promotori e ad una sede clandestina stiche nella carta costituzionale; suggerimensicura. to prontamente accolto da uno dei CosrituenLi fu siglata la ‘Carta di Chivasso’ elaborata ' ti, Tristano “"Pippo” Codignola.. da Emilio Chanoux, Federico Chabod, Lino Negli anni a seguire, la rinascita del paese Binel, Ernesto Page, Mario Alberto Rollier, lasciò in sottofondo il problema sollevato Giorgio Peyronel, Gustavo Malan e Osvaldo dall’art 6 della Costituzione, anche se a livello Coisson che inizia significativamente con le locale gruppi e associazioni hanno tenuto vivo parole : “ Noi popolazioni delle vallate alpine”. l’impegno per la sua attuazione. Si tratta di un documento illuminan te, che varrebbe la pena riprendere in esame lungimirante in questo momento politico caratterizzato dalla Carta di profonda attenzione per le riforme istituzio nali. Esso sottolinea, infatti, l’esigenza di uno Chiasso stato repubblicano, a base regionale, in cui le zone 1943: 9 alpine abbiano carattere di circoscrizioni cantonali politicamente autonome, con rappresentanze a delle » aliate livello di assemblee regionali; in particolare l’au tonomia dovrebbe trovare attuazione nel diritto al bilinguismo amministrativo e scolastico. Ma le rivendicazioni autonomiste sono formulate non tanto o non solo nei confronti dello Stato italia no, quanto di qualsiasi Stato. Peraltro contro ogni possibile tentazione separatista o annessionista venne ribadita la volontà di unità nazionale Quindi l’autonomia è considerata unicamente come au tonomia linguistica e culturale nell’ambito delle autonomie amministrative comuni al resto d’Ita lia. Un riferimento molto importante renne po sto nei riguardi del tema dell’economia alpina, an ticipando le profonde trasformazioni economi- Una flprOpOSta della questione, a livello nazionale, si verificò nella seconda metà degli anni Settanta. Fu Sergio Salvi che dopo “Le nazioni proibite”, dedicato alle prin cipali minoranze nazionali dell’Europa occi dentale, diede fuoco alle polveri nel 1975 con “Le lingue tagliate. Storia delle minoranze lin guistiche in Italia”, presentato come “lo sconI volgente rapporto sul “genocidio bianco” che condanna 2.500.000 italiani di lingua diversa a vivere come in colonia”. La denuncia partiva : proprio dal mancato rispetto dell’art 3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono ugnali davanti alla legge, serica distia- ; di sess0> di # reiigioilei di opj. : nioni politiche, di condizioni personali e sociali... E’ compito della Repubblica rimuoveregli ostacoli di ordìne economico e sociale, che, limitando difatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono ripieno sviZuppo della persona umana e l’effettiva partecipatone di lutti i lavoratori aldorgani^one politica, econo mica e sociale de! Paese . ’ \ j . \ Le ‘lingue tagliate’