Un grasia ’mpinis nuta la pancia. Un grazie non riempie la pancia, ossia quando si ricevono dei favori non è sufficiente il ringraziare. Pisee senza tiree n' pèt l’è cumè sunè I' viulin sensa l'archèet. Pisciare senza scorreggiare è come suonare il violino senza archetto. È una cosa quasi impossibile. Gh' venta tegni da ciint al curpac sa da nò l'anima la va al diau. Bisogna conservare sano il corpo se no l’anima se ne va al diavolo. Nota l'ironia e lo spirito del valsesiano che la pensa come un porcellino di Epi curo (Orazio). Fina al ginoeggiu s-ciara ogni oeggiu, dal ginoeggiu n' sii, gnanca par cent scu. Fino al ginocchio può vedere ogni occhio,, ma dal ginocchio in su nemmeno p~per — cento scudi. La bagiarola la va da buca n' buca cumè l'ava da ruggia ’n ruggia. Lo sbadiglio va di bocca in bocca così come l’acqua di roggia in roggia. Troppa confidensa a tol la riverensa. Troppa confidenza toglie il rispetto. Chi s' loda s’ambroda. Chi si loda s'imbroda. J'oeggi i pagu nutt daziu. GII occhi non pagano dazio, ossia ognuno è padrone di guardare dove vuole. Mòrte La mort la fa ’nciun intort. La morte non fa alcun torto. Ci ricorda I versi di Orazio: « Pallida mort aequo pulsat pre de - pauperum tabernas regumque turres-. Ogni mort la gh'à la sua scusa. Ogni morte ha la sua scusa. Si trova sempre una causa che cagiona la morte. La mort la sta sul tèe la varda né giovni né vèc. La morte sta sul tetto, non guarda nè a gio vani nè a vecchi. Al Signor carn mania nu voi mia. Il Signore non vuole carne ammannita, ossia sceglie chi vuole senza badare ai desideri e alle offerte degli uomini. Póvri suma e pòvri diventaruma. Polvere slamo e polvere diventeremo. Ricorda: Memento homo qui pulvis es et in pulvere reverteris. J’àgn ch'j'in gnuj, j'in ben mantegnuj, cui ch’j’in da gnii, j'àn da féni murìi. Gli anni che sono venuti, sono ben mantenuti, gli anni da venire ci faranno morire. 16 I pèi grami i moru nuta par na prèssa. Gli uomini malvagi tardano sempre a morire. Chi fa a soe moedu scampa cent agni pusè. Chi fa a suo modo campa cent'anni in più. Si dice che assoggettandosi al volere altrui ci si accorcia la vita. S' mór ma una vota. Si muore una volta sola... almeno materialmente. È un proverbio lapalissiano. luna La luna su! trenta la poi nut rive e sul vintinof la poi nuta stè. Il mese lunare non può giungere ai trenta giorni e non può stare ai ventinove. Di fatti, esso è di 29 g. 6 h. 44' 22". Luna nova trei di a la prova. Luna nuova, tre giorni alla prova. È credenza che il tempo meteorologico dei primi giorni della lunazione debba durare per l'intera fase. Ouant che la luna la gh’à 'I roe o ch'à fa vent o ch'à fa broe. Quando la luna ha l'alone, o vento o acqua. (Ro = rotulus, cfr. col francese role) Virgilio nelle Georgiche (L. I v. 430) canta: Luna si virgineum suffriderit ore ruborem ventus erit. Ouant che 'I roe l'è da visin l'ava l'è ’nt'al camin. Quando l'alone è vicino alla luna, la pioggia è imminente. Roe visin ava visin. Roe luntan ava luntan. Alone vicino acqua vicina, alone lontano acqua lontana. Ossia conferma il proverbio precedente. Piàntmi ’nt'una luna o 'n'auta ma piàntmi nuta 'nt'la pàuta. Seminami in una luna o in un'altra, ma non piantarmi nella palta. Così dice la patata al contadino. La luna ca s' forma prima dai di sés l'è nuta dal més. La luna che si forma prima del giorno sei non è del mese. La luna l'è nt'la civéra. La luna sta nel gerlo del concime. Anche tra I contadini ci sono gli scettici sull'influsso della luna. Essi pensano che tutto dipenda da una buona concimazione. t GIAN LUIGI SELLA. (Continua),