mento: «Le versioni italiane del Tristano», ciò che mi venne ben in
acconcio, per aver trova~e e trascritte 3 lettere alla Chigiana ed alla
Corsiniana di Roma, ed uno al1a Ricordiana di Firenze n. 1729. Del
resto mi trovava in eletta compagnia di studiosi sia francesi che stranieri. Ricordo ancor oggi i giovani colleghi: Guillieton, celebre pel suo
Atlantique, Cloetta e Vetter, svizzeri; il grande romanista danese e mio
amico carissimo, Nyrop, gli altri due a me non men cari A. Thomas,
francese e Wulff, svedese, e Morbe e lo Striiginger e Ulrich svizzeri.
Quanti di questi colleghi sono ancor in vita? Si possono appena
contar sulle dita. I primi mesi del mio soggiorno a Parigi li spesi oltre
che nel raccoglier e far tesoro di dottrina e scienza, nel frugare in
quella preziosa miniera di libri e manoscritti che è la Bibliothèque Nationale. Gli è qui, in questa magnifica biblioteca, che passai buona
parte del mio tempo. V'andavo la mattina alle 10 dopo aver fatto un
po' di colazione e vi restava fino alle 4 del pomeriggio, sempre frugando e rifrugando, consultando cataloghi ed inventarj, specie del
Fondo Italiens, dove presumeva trovarsi ancora parecchio di non conosciuto, anche dopo il catalogo manco ed inesatto del Marsand.
Così, fra l'altro, trovasi ne' codici italiani, un ms. contenente le
Prose genovesi dei sec. XIV e XV che pubblicai nel vol. VIII! dello
Archivio glottologico dell'Ascoli 1882 ed in altro (il n. 1035), racchiudente Rimatori Napoletani del Quattrocento, pubblicato insieme
a G. Mazzatinti a Caserta nel 1885. Indi negli stessi Fondi al n. 1032
tutta una serie di poesie ( I stanze) Amorose, raccolte molto importanti
per gli spunti di poesia popolare di Leonardo Giustiani, al n. 783 un
compendio alla storia di Venezia di Andrea Dandolo, che incomincia:
«Qua se comencia la Cronica dela citade e de tuta la provenda de
Venezia per gli anni del nostro signor ecc.». I noltre, al n. 913 (del
sec. XV, Aragona): «Memorie storiche di Napoli» scritte nel 1542
da Loyse del Rose, pubblicato poscia dal caro collega e amico SaviLopez; al n. 451: Istruzioni per conservare in sanità il corpo umano;
al 1835: Antiche poesie italiane, e lettere amorose.
N . 106 9: Poesie varie, alcune delle quali popolari (per queste
diedi notizia nel Giornale storico della letteratura italiana del prof.
Venier, III, 1880), n. 77. La Divina Commedia di D ante Alighieri
con tutto un rafforzamento di note di Benvenuto Rambaldi da Imola.
E' scritto: in terra Insule provincie Istriae per me petrum (de Pili?).

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