7 febbraio 1886 L' E CON OMIST A 87 Ma il tornaconto naturalmente ha agito anch'esso, e oggi il numero degli operai tedeschi impiegati in Francia è considerevole come quello degli italiani, dei belgi, svizzeri, spagnuoli e inglesi. E in gene-sale si va impossessando degli spirili, anche più temperati, l'idea che il Governo debba prendere qualche misura allo scopo tacito di frenare e diflìcuIlare l'impiego degli operai stranieri. Si coni prende bensì iuFrau-cia cha la pretesa del deputato Pally cbe gli intrapren-ditori dei lavori pubblici non possano impiegare cbe francesi 6 eccessiva e provocherebbe la rappresaglia, dacché molli operai francesi sono impiegali nei lavori pubblici nei più ricchi paesi dell'Europa e dell'America. Ma forse in omaggio allo spirito democratico e per simpatia verso i lavoratori si propone da più parti di colpire gli operai stranieri con una tassa speciale a compenso della sicurezza, del guadagno, del benessere di cui godono in Francia! E poiché il bilancio francese non è in grado di rifiutare neanche una diecina di milioni, così si può prevedere cbe I' operaio straniero cbe emigra dal suolo natio per guadagnarsi da vivere dovrà vedersi tra non molto scemata la propria mercede, per contribuire forse alle spedizioni d'oltremare. Non è del resto cbe un aspello del protezionismo : prestato il dovuto aiuto agli agricoltori e agli industriali, verrà i! turno degli operai ; l'esecrata concorrenza sarà così impedita anche per essi, e si potrebbe dire cbe viene in ritardo. — Gli interessi agricoli, poiché le sofferenze dell'agricoltura sono generali, si agitano un po' dappertutto. Non è certo questo un fatto che abbia nulla di straordinario. Nessuna classe si può adattare a vedere scemati i propri guadagui ed é naturale cbe non manchino gli sforzi per stornare da sé il danno. Noi, come non vorremmo si ponessero limiti arbitrari alle agitazioni dei lavoratori, così non sorgeremo certo a scagliare l'anatema contro il movimento agricolo, anche quando non sa trovar di meglio che l'invocazione di misure protettive. Ma ciò cbe ci maraviglia è il vedere con quale specie di logica si parla da taluno delle tendenze protezioniste cbe si manifestano in Inghilterra. Se la crisi si fa sentire anche in Inghilterra, è facile ccpire come anche in quel paese possa esservi chi trova il miglior rimedio nel protezionismo. Anzi, proprio recentemente, la Central Chamber of Agriculture in una numerosissima e importante riunione ha esaminato la questione dell'utilità di un dazio sui grani, zuccheri e articoli manifalturati importati dai paesi stranieri, escluse però le colonie e dipendenze. Non mancò chi sostenne che senza un rimaneggiamento nel sistema fiscale, vano era lo sperare un sollievo e pregò il Governo e il Parlamento di approvare sollecitamente le misure più idonee a lenire l'asprezza della concorrenza estera. Un emendamento in senso libero-scambista fu vinto da una forte maggioranza e altro emendamento allo scopo di sospendere la decisione sulla questione sino a che fossero noli i risultati della Commissione d'inchiesta sullo stato del commercio e dell' industria, ebbe solo la metà dei presenti favorevoli. Il sentimento predominante era dunque favorevole al protezionismo e non è questa certo la sola o la prima manifestazione di una corrente contraria al libero scambio. Le elezioni generali sono state è vero la sconfitta del fair trade, e quindi la nuova Camera non sarà disposta a recare innovazioni al sistema doganale; ma ciò non toglie cbe queste manifestazioni si moltiplichino e tendano a trascinarsi dietro la corrente della opinione pubblica. E anche in Inghilterra, come in Francia e da noi, si domanda un dazio pel grano di a scellini per quarter e si dichiara che ciò costerebbe ben poco al consumatore, mentre recherebbe un vantaggio sensibile ai produttori. Può essere strano cbe col-l'esperienza degli altri paesi, della Francia e della Germania in ispecie, si presenti ancora una simile niosta coti tali parole; ma certi errori che hanno oro causa nel!' interesse personale male inteso sono di tutti i tempi e di tutti i luoghi. La causa della libertà ebbe validi sostenitori e vi fu chi mostrò come le classi agricole nella Francia protezionista non stanno punto meglio di quelle dell' Inghilterra libero scambista, come la protezione di un' industria porterebbe con sé la protezione di tutte e il conseguente rialzo generale dei prezzi recherebbe più danni ai fittaioli, di quello che la protezione pei cereali possa avvantaggiarli. Ma lo buone ragioni sono vinte dall'erroreo concetto della situazione attualo, delle sue cause, delle sue tendenze. Noi non ci maravigliamo adunque cbe anche lo spirito pratico inglese sia talvolta traviato ed invochi misure che esso ha contribuito a condannare irrevocabilmente. Ciò non toglie che la esperienza abbia approvato a sufficienza non potersi trovare il rimedio ai mali degli agricoltori in buona parte cbe in una migliore organizzazione tecnica ed economica dell'agricoltura e secondariamente nel miglioramento generale, sebbene lieve, dei prezzi. Tutto il resto potrà essere applicato più o meno intensamente ma o non raggiungerà lo scopo o sarà fonte di futuri disastri economici. — E stata pubblicata la statistica dell'emigrazione agli Stati Uniti e si desume da essa cbe il rallentamento negli arrivi, già segnalalo, è aumentato ancora più nel 1883. Il numero degli europei sbarcato a Nuova York è stato di 280,745 contro 319,435 nell'anno precedente. La diminuzione che è di 38,690 si riferisce a tutti i mesi dell'anno, eccetto il maggio e l'agosto. La ripresa degli affari non è ancora giunta a tal punto da influire sulla cifra dell'emigrazione. Nell'anno decorso il numero dei fallimenti agli Stati Uniti fu di 10,637 contro 10,968 nell'anno 1881; il passivo dei fallimenti fu di 124 milioni di dollari, circa 620 milioni di lire. È una cifra considerevole se la si aggiunge al passivo dell'anno precedente, il quale raggiunse i 226 milioni di dollari, quasi 1130 milioni di fr. Bisogna risalire alle annate peggiori della crisi commerciale 1876-78 per trovare delle cifre superiori a quelle riferite, il cbe è una delle prove delle sofferenze dell'industria agli Stati Uniti. (Le finanze della (Russia Il controllore generale delle finanze in Russia, il Sig. De Bunge, ha presentato il consueto rapporto sulla situazione finanziaria nel nuovo anno. Questo documento è improntalo alla maggiore franchezza e ispira quindi fiducia nella sua sincerità. Il