16 giugno 1889 L’ECONOMISTA 381 tuirebbe al principio della mutualità l'altro dell’ individualità e per ciò stesso minaccerebbe l’avvenire delle società di mutuo soccorso. Il Congresso pur consigliando alle società di facilitare ai loro aderenti il possesso di libretti individuali, quale mezzo correlativo di risparmio, ha giudicato necessario di mantenere per le società di mutuo soccorso il fondo comune. Dopo avere così esaurito la serie delle questioni proposte alla assemblea, il Congresso ha formulato alcuni voti. Fra gli altri uno per chiedere che sia fissato il saggio d’interesse del 4 d/2 per cento sui depositi delle società e il tasso di favore del 5 per cento per le pensioni alimentari inferiori a 360franchi, favore del quale vennero private con la legge del 1886. — Avremo occasione di ritornare suH’argomonto a proposito del progetto di legge ora sottoposto all’approvazione della Camera francese. — Passando al Congresso socialista agrario è bene notare subito che i socialisti delle varie scuole non soddisfatti del modo con cui vennero nominati i comitati delle sedici sezioni che formano l’esposizione di Economia sociale intendono tenore quest’anno dei veri e propri congressi socialisti internazionali, indipendenti da quelli che si collegano con la Esposizione di economia sociale. Tre di quei congressi sono già completamente organizzati : 1° il Congresso internazionale per la riforma agraria e sociale ; 2° il Congresso socialista internazionale (blanquistes e mar-xistes); 3° il Congresso operaio internazionale del 1889 (possibilisti). Il primo ha tenuto le sue riunioni questa settimana, e il presidente onorario è stato Enrico George, l’autore del famoso libro Progress and Poverty che ha sollevalo molto rumore ed è stato tradotto, dicesi in undici lingue compresa l’italiana, essendosene data la traduzione nella « Biblioteca dell’Economista. » La discussione si è limitata a due soli punti cioè alla nazionalizzazione del suolo e alle vie e ai mezzi per raggiungerla. Ma il George ha voluto prima esporre sommariamente le sue idee in una conferenza che a vero dire non offre nulla di nuovo. Si sapeva già che egli respingeva le parole « socialismo agrario » perchè improprie a dare l’idea esatta delle sue dottrine e perchè posson essere prese in un senso errato. Egli ammette la proprietà mobiliare ma non quella fondiaria, vuole abolire tutte le imposte sui prodotti dell’industria umana e sopratutto sugli elementi della produzione per non lasciar sussistere che una sola imposta prelevata non sul suolo stesso, ma sul valore del suolo, valore indipendente dal suo uso e dai miglioramenti che vi possono esser stati recati. Egli non crede che esista un antagonismo tra il capitale e il lavoro, il conflitto è tra il lavoro e il monopolio. Bisogna, secondo il George, cercare una soluzione che assicuri non già 1’ eguaglianza delle condizioni, ma mezzi eguali di sviluppo, affinchè tutti esercitino le loro facoltà allo scopo di godere i benefici della natura. Il Congresso per la riforma agraria ha tenuto due sole riunioni, in una delle quali ha parlato il George e nell’altra i rappresentanti dei vari paesi. Il sig. Saun-ders, già membro della Camera dei Comuni, ha specialmente attaccato il landlordismo ed ha concluso col dire che la classe dei landlords deve scomparire ; nè vi è bisogno di dar loro alcun compenso perchè non si danno compensi che a quelli che hanno sofferto per una ingiustizia e non a quelli che ne hanno profittato. Altri inglesi hanno parlato della Scozia e dell’Irlanda. Il delegato danese sig. Linderberg ha detto che vi sono in Danimarca 2,000 grandi proprietà, 72,000 fattorie e 60,000 piccole proprietà di alcuni acri per una popolazione di due milioni di abitanti. Quantunque il paese sia fertilissimo la miseria è grande. Vi sono due movimenti opposti in Danimarca uno protezionista e l’altro libero scambista« Bisogna essere pel libero scambio, ha detto l’oratore, e fare guerra al monopolio ». Uno dei rapporti più curiosi è stato quello del delegato olandese signor Stoffel. La pletora di ricchezza sarebbe, secondo lui, la causa della miseria del paese. « L’Olanda, egli disse, ha prestato più di 12 miliardi ai popoli stranieri e questo gli procura un reddito annuo di 600 milioni. Questa somma divisa tra i suoi quattro milioni di abitanti costituisce una rendita annua di 150 franchi per abitante e 750 franchi per famiglia. Cosi i capitalisti che posseggono queH’enorme reddito derivante da azioni e obbligazioni non sono più costretti a coltivare il suolo e far lavorare i lavoratori. La mano d’opera è quindi a un infimo prezzo. Nell’inverno nella provincia più fertile, nel Friesland, i Comuni sono obbligati a fare la carità al 50 °/0 della popolazione. Infine il delegato tedesco signor Fliirscheim « vede nella imposta unica del suolo il mezzo di estinguere i debiti degli Stati e di far ritornare così all’ industria, al commercio e al lavoro i miliardi dei prestiti degli Stati »; si è però dimenticato di dirci come ciò possa avvenire. In conclusione è stata votala la seguente risoluzione : 1’ assemblea considerando che il suolo non è il prodotto del lavoro, che è la materia prima o la fonte d’ onde esso trae tutto ciò che è necessario alla esistenza — considerando che il lavoro deve costituire la base legittima o razionale della proprietà — che l’appropriazione individuale del suolo ha per conseguenza il pauperismo, la schiavitù o lo sfruttamento del lavoro — considerando infine che questa situazione servile genera pericoli che finirebbero per rendere impossibile qualunque ordine dichiara che la proprietà individuale del suolo deve scomparire ed essere sostituita dalla sua appropriazione collettiva, cioè a vantaggio di tutti. Lasciamo per ora i commenti che il lettore può fare facilmente da sè, e notiamo soltanto che il signor George avrà certo raggiunto l’intento di conoscere, come si proponeva, gli aderenti al suo credo ; ma non ha fatto fare un passo alla questione agraria con le sue solite affermazioni. Del resto la Francia — dove la proprietà fondiaria è più sminuzzata che altrove — è il paese meno adatto per una propaganda a favore della riforma agraria sostenuta dal George. LE SETE SELVATICHE NELLE INDIE Mentre il raccolto dei bozzoli sta maturandosi e compiendosi nelle varie regioni europee, non sarà inutile il conoscere quali altre qualità di sete vengono fornite da altri bachi che non sia il Bombyx mori di Linneo. Queste varie qualità di sete s’ incontrano specialmente nelle Indie, e vengono dette « sete selvatiche ». Nelle Indie se ne sono descritte più di 50 qualità, ma la più importante delle sete selvatiche è