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L' E CON
OMISTA
26 maggio 1889
d'olivo, produsse le sue conseguenze, giacche co strinse il Governo italiano per proprio decoro ad esigere la discussione in base alla tariffa slessa, mentre le trattative avrebbero potuto farsi senza pericolo in base al trattato vigente; ai delegati francesi non poteva a meno di apparire troppo grande la differenza tra i dazi convenzionali in vigore e quelli enormi della nuova tariffa, e questa stessa evidenza delle punte toglieva efficacia alla prospettiva del ramoscello di olivo che tratto tratto si lasciava intravvedere. Se non che vi è un altro documento che giustifica quello che abbiamo detto in principio essere stato l'errore fondamentale da parte dell' Italia, cioè la mancanza di idee chiare e precise sulla via da seguirsi, mancanza tanto più grave inquantochè il Governo ed i delegati francesi, dotti o no, furono sempre coerenti a sè stessi e ripetutamente dichiararono quali fossero i limiti delle loro concessioni. E lo stesso documento prova anche che l'on. Crispi, quando agiva di frouie ad una imperiosa necessità, non divideva uè punto uè poco le idee dei compilatori della nostra tariffa.
Abbiamo visto die i negoziatori italiani malgrado, che l'Italia avesse denunziato il trattalo, credevano che la Francia dovesse fare per prima delle proposte; e l'on. Crispi dopo aver invano tentato di conseguire tale intento convenne che spettasse all'Italia prendere l'iniziativa; — abbiamo anche visto che per tutto il tempo in cui durarono le trattative fu ad ogni tratto discusso se dovevasi partire dal trattato 1881 o dalla tariffa generale per discutere il nuovo trattato; e sino all'ultimo momento i negoziatori ed il Governo italiano sostennero quest'ultimo punto con una perseveranza tale da rendere impossibile la continuazione dei negoziati. Ora qual meraviglia non ci ha destalo il leggere la lettera 24 febbraio 1887 che l'on. Crispi dirige al nostro ambasciatore a Parigi nella quale lettera dice:
« Sono spiacente poi di dover constatare che le « nuove proposte (del Governo francese) peggiorano « la condizione nella quale ci troviamo per effetto « del trattato del 1881.
« Se esse, come vorrei sperarlo, non sono che un « punto di partenza per nuovi negoziati, si possono « prendere in considerazione. »
Dunque si è costantemente e ripetutamente rifiutato alla Francia di prendere per punto di partenza il trattato del 1881 ed il 24 febbraio si dichiara di accettare come puuto di partenza le nuove proposte francesi che si è constatato essere peggiori del trattalo 1881 1! Ma se nel settembre 1887, senza conceder tanto l'on. Crispi avesse ingiunto ai negoziatori di accettare come punto di partenza il trattato vigente, avrebbe dato prova di una abilità veramente ammirevole, poiché con ciò avrebbe preso al laccio il protezionismo francese, e lo avrebbe reso impotente ; ma nel febbraio 1881 quella resipiscenza è così tarda che se mostra la buona volontà del Governo italiano, ha però tutta l'aria di una incoerenza colla precedente sua condotta.
E ci fermiamo qui in questa breve ricerca senza far uso di tanti documenti privati che servirebbero a provare luminosamente quanta inabili'à abbia presieduto in tutta questa faccenda. Ci basta di aver provato che della rottura avvenuta il Governo ed i delegati italiani hanno, e non piccola responsabilità, e che la loro abilità si sarebbe mostrata se avessero saputo, appunto perchè ne conoscevano perfettamente la im-
portanza e la potenza, debellare con destrezza il protezionismo francese. Invece vollero apparire zelanti per la rinnovazione del trattato, senza disgustare il protezionismo italiano che era stalo chiamato con tanto sfoggio di tamburi e trombette a compilare la nuova tariffa salvatrice della prosperità nazionale.
Sappiamo benissimo che a queste nostre modeste investigazioni alcuno risponderà od accusandoci di mancanza di patriottismo, od anche mettendoci di fronte certi atti del Governo e del Parlamento francese. Ma noi dichiariamo che con queste nostre osservazioni non intendiamo di giustificare la Francia ed il governo francese, dove sappiamo benissimo che domina un protezionismo più ardito e più tenace di quello italiano. Però la colpa altrui non iscusa la propria, e noi riteniamo per fermo che se I' Italia avesse lasciato alla Francia denunciare il trattato, forse esso sarebbe ancora vigente, o se fosse stato denunciato dglla Francia, l'Italia avrebbe potuto facilmente ottenere di rinnovarlo con lieve miglioramento come presentivano nell'ottobre i delegali italiani a Parigi; e riteniamo ad ogni modo che se il concetto, espresso dall'on. Crispi nel suo dispaccio del 24 febbraio 1888, avesse informata la condotta del Governo e dei delegati italiani lino dal principio delle trattative, non si avrebbe avuta la rottura dei rapporti commerciali nemmeno per un' ora.
Tutto questo nulla vale certamente, date le condizioni attuali, ma può servire di ammaestramento al paese per vedere se dove si mettono a riposo i ministri, i preletti, i magistrati, i sindaci ec. che commettono qualche irreparabile errore, non sia possibile di fare altrettanto anche dei compilatori di tariffe e dei negoziatori di convenzioni, quando la loro inabilità sia dimostrata con tanta evidenza.
IL COMMERCIO ITALIANO
nei primi quattro mesi del 1889
A lutto aprile abbiamo avuto una importazione per 408.7 milioni di prodotti con diminuzione di 2.2 milioni, ed una esportazione di 303.7 milioni con diminuzione di 4.1 milioni. Complessivamente il quadrimestre 1889 in confronto cou quello 1888 perde 6 milioni e mezzo di movimento totale.
Il mese di aprile dà le seguenti cilre :
Differ. col 1888
IoiDortazione ... 119, 763,993 + 35,389,388
Esportazione..... 76, 936,176 -+- 9,755,149
190,700,169 + 45,144,537
È bene osservare però che i due mesi di marzo ed aprile, i quali complessivamente danno un aumentò sul 1888 di 59 milioni di cui 36 alla importazione e 12.7 alla esportazione, corrispondono ai due mesi immediatamente successivi alla applicazione della tariffa generale per cui la depressione del 1888 spiega 1' aumento apparente del 1889. In pari tempo bisogna tener conto del fatto che i due primi mesi gennaio e febbraio sul 1889 diedero 55