L'ECONOMISTA GAZZETTA SETTIMANALE SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI Anno XXII - Voi. XXVI Domenica 24 Febbraio 1895 N. 1086 ANCORA SULLA SITUAZIONE MIGLIORATA Le considerazioni da noi fatte nei fascicoli ultimi sulla situazione finanziaria, hanno provocato una discussione, molto strana a dir vero, nella quale ci sembra che non si tengano a calcolo tutti gli eie-nienti principali, che valgono a spiegare, colla voluta obbiettività, lo stato delle cose. Noi abbiamo affermato che tra la esposizione di febbraio 1894 e quella di dicembre dello stesso anno, fatte ambedue dall'on. Sonnino, non erano succeduti avvenimenti tali da giustificare un mutamento tanto gronde nell' apprezzare la situazione, ed abbiamo accusato l'on. Sonnino di ripetere lo stesso errore di altri suoi predecessori: quello della fretta di proclamare il successo. E non occorre dimostrare come tale fretta possa non solo creare illusioni pericolose, ma anche, ed è male, togliere forza al Ministro per prendere energici provvedimenti diretti a conseguire lo scopo. La condizione economica del paese e finanziaria dello Stato, a nostro avviso, domanda lunghe ed assidue cure e conseguentemente reputiamo pericolosa la illusione del Ministro che, dopo sette mesi poco più di una applicazione parziale dei-provve dimenìi reputati necessari, proclama di essere già in vista del porlo e quindi di potere con pochi sforzi raggiungere le acque placide del pareggio. Dissezienti dall' on. Sonnino intorno al metodo di cura adottato — poiché mentre egli fa caposaldo delle sue azioni l'aumento degli aggravi, noi propugnavamo invece la riduzione delle spese — abbiamo creduto di rilevare mano a mano colle cifre che il metodo seguito dall' on. Ministro del Tesoro, non raggiungeva gli effetti che desiderava. Naturalmente ci siamo trovati di fronte ad audaci affermazioni contrarie alle nostre, ma di quelle non ci occupiamo ; ci sorprende però che alcuni periodici, i quali sembrano sostenere la stessa nostra tesi e si impensieriscono per la corrente ottimista che ad un tratto sembra invadere le sfere Governative, facciano poi concessioni che, a nostro avviso, sono assolutamente insostenibili. Abbiamo già dimostrato che il Ministero non ha mantenuto le promesse di economie, fatte in Febbraio e ribadite in dicembre 1894. Il complesso della spesa non è diminuito che di pochi milioni e, se si tien conto delle spese effettive, che per la loro natura andavano a cessare o che cessarono per conseguenza contabile dei provvedimenti finanziari approvati, si può dimostrare che il complesso della spesa per l'esercizio 1894-95 è aumentato. La Perseveranza ci ha ammonito di attendere le note di variazione del bilancio, e di queste ne sono venute anche recentemente, sia per il bilancio in corso, sia per il bilancio 1895-96, ma non vi abbiamo trovato nessuna modificazione sostanziale ed interessante la situazione generale. Sono spostamenti di cifre che, in sostanza, lasciano il tempo che trovano. La Perseveranza no» ha bisogno che citiamo cifre; essa le possiede come noi, e può dirci se a tutto oggi, 23 Febbraio, si sono introdotti nel bilancio quei 50 milioni di economie, che I' on. Sonnino prometteva nella sua esposizione del 10 Dicembre 1894. Fino ad ora, quindi, dobbiamo sostenere che il Ministero ha mancato alla sua promessa di diminuire la spesa del bilancio. Ma noi abbiamo sostenuto anche un altro punto ed è quello che imponendo al paese nuovi aggravi, non si avrebbe ottenuto l'effetto desiderato, perchè il contribuente italiano era già arrivato al punto di saturazione, e ciò che si avesse potuto ottenere di maggiore entrata da una parte, si sarebbe perduto dall'altra. Ed i fatti vengono mano a mano a provare la verità delle nostre previsioni: le entrate non corrispondono alle speranze; un'altra volta l'empirismo del Sella produce i suoi perniciosi effetti aggravati dalla differenza della situazione, perchè allora si operava empiricamente su un complesso di entrate di 800 milioni circa, oggi si pretende operare collo stesso empirismo sopra un entrata circa doppia. È quindi con grande meraviglia che leggiamo nella Perseveranza del 21 corrente il seguente periodo : « Ora, non diamo alcuna colpa al Ministero se le entrate non si svolgono come tutti desideravamo ; ma il prospetto sommario da noi dato è inattaccabile. A tutto gennaio, in sette mesi, si riscossero 26,675,000 lire in più del 1893-94. Questi 26 milioni si compongono per 28,128,000 di maggiori entrate nelle imposte dirette, di 1,376,000 nelle tasse di consumo, elise da 2,386,000 di meno nelle tasse sugli affari e da 538,000 di meno nel lotto. « Quindi, tutti i provvedimenti fiscali sopra i consumi, si riducono a 1,256,000 di maggiore entrata, e quelli sugli affari in un risultato negativo. Si trovano in sensibili incrementi di entrata' i provvedimenti sulle imposte dirette, e non sono poca cosa. Tutto ciò non soffre confutazione, e il Ministero, difendendosi, ha l'aria di accreditare una accusa che non merita : ch'esso, cioè, sia responsabile delle entrate. Di ciò lo accusa aspramente l'Economista di Firenze. » Secondo la Perseveranza quindi noi abbiamo torto