102 L' E CON OMIST A 17 febbraio 1895 LA PRODUZIONE DELL' ORO E IL SDÌ AVVENIRE i. Lo vicende della produzione dell'oro sono, oggidì, più elio mai degno di attenzione, perchè il mondo civile sta forse per entrare in un nuovo periodo, riguardo alla produzione del metallo giallo; periodo contraddistinto dalla maggioro quantità d' oro prodotto annualmente, così che la vecchia disputa tra i bimetallisti e i monometallisti potrebbe prendere un nuovo indirizzo. Vediamo, adunque, con la guida del Direttore della Zecca degli Stati-Uniti, sig. Pre-ston, quale fu il passato più recente della produzione dell'oro, e come si presenta il suo avvenire. La storia della produzione dell'oro può essere divisa in quattro periodi. Il primo termina con la scoperta di Colombo; il secondo con quella delle terre aurifere della California e dell'Australia tra il 1848 e il 1851 ; verso, adunque, il 1850; il terzo col 1885 ; il quarto comincia nei 1880 con la scoperta delle miniere d' oro del Witwntersrandt nel Transvaal. È bene scegliere I' anno nel quale sono state scoperte queste miniere, anziché quello (1887) in cui il Transvaal comincia a figurare per piccole quantità nella statistica dei paesi produttori d' oro, perchè la loro scoperta ò di gran lunga più importante pel mondo, delle poche migliaia d'oncie di oro, che esse hanno aggiunto alla produzione di quel metallo nel 1887. E non si può disconoscere che la scoperta delle miniere del Witwatersrandt segna un' epoca nella storia della produzione dell' oro e va messa a lato della scoperta delle miniere di California e di Australia, che è stata sempre considerata da statistici un punto di demarcazione fra due periodi nella storia della produzione dei metalli preziosi. Sui primi duo periodi, nei quali la storia della produzione dell' oro è stata ripartita, non è il caso di arrestarsi. L' Economista contiene già nella sua raccolta i dati relativi a quei periodi, e specialmente furono pubblicati dopo l'ultimo volume del compianto Soetbeer '). Il terzo potrebbe pure essere passato sotto silenzio, se non fosse necessario di confrontarlo col quarto, allo scopo di formarsi una opinione esatta sulla relativa grandezza della produzione negli ultimi anni e sulla produzione probabile negli anni avvenire e per rilevare, il fatto che mai prima d' ora la produzione annuale d' oro è stata così rilevante. A questo scopo, è necessario di retrocedere di alcune decadi, prima di venire al terzo periodo che comincia, come si disse, dopo il 1850. La produzione media annuale d'oro, durante il decennio 1831-40, fu soltanto di chilogr. 20,289 pari a 652,291 oncie di oro fino; durante il decennio 1841-1850 salì alla media annuale di 54,759 chilogrammi, ossia 1,760,502 oncie. Questo avveniva adunque alla vigilia del terzo periodo, nel quale si è divisa la storia della produzione aurifera. Durante il quinquennio 1851-1855, in seguito alla scoperta delle miniere della California e dell'Australia, la produzione media annuale salì repentinamente a 199,388 chilogrammi (6,410,324 oucie) e nel 1856-60 alla cifra più alta che in quell' epoca sia (' Vedi l'Economista del maggio 1892, n. 940 e seg. stala raggiunta, e che non è mai stata superata se non nel 1892, 1893 e 1894, cioè 201,750 chilogrammi (6,486,262 oncie). Con altre parole, in venti o venticinque anni la produzione era quasi duplicata. Neanche la produzione dell' argento, durante I' ultimo quarto di secolo, è aumentata a quel saggio, cioè del 1000 per cento. Dopo il 1860 la media declinò, eccetto negli anni 1866-1870, finché nel 1881-85 scese a chilogrammi 149,137 (4,794,755 oncie) ; sicché la diminuzione nella produzione annuale media dell'oro dopo il 1860 è stata continua per quasi un quarto di secolo; nò mancarono le Cassandre che predicevano la prossima fine della produzione aurifera od almeno la sua continua e crescente diminuzione. Tra questi profeti merita d'essere ricordato un geologo austriaco, il dr. Edoardo Suess, il quale profetizzò che la diminuzione sarebbe stata permanente. Il libro del prof. Suess, Die Zukunft der Goldes, (I' avvenire dell' oro) pubblicato nel 1877 produsse molta sensazione nel mondo politico-economico, sebbene il punto di vista dal quale egli considerava l'argomento fosse strettamente quello della geologia, e non quello della economia. La sua ormai famosa teoria si trova nel quarto e nel quattordicesimo capitolo del suo libro. In poche parole si può riassumere così : La terra fu per miriadi di età in uno stato liquefatto o fluido. In questa condizione, gli elementi più pesanti, che componevano la terra, caddero, in virtù della legge di gravità, nelle ime profondità ed ora giacciono più vicini al centro della terra. Ora, i metalli preziosi sono fra i più pesanti di tutti i corpi: l'oro con la gravità specifica di 19,253 viene terzo, subito dopo l'iridio e il platino. Molto inferiori di peso specifico sono l'argento (10,74), il rame (8,09), il ferro (7,54), ecc., ma tutti hanno un peso specifico molto superiore a quello della terra nel suo complesso. L' oro sarebbe perciò uno dei metalli situati, geologicamente, più lontani dalla superficie della terra, e più inaccessibili all'uomo, « perchè, a una distanza comparativamente piccola da essa superficie, la temperatura giunge a un grado così elevato, che la estrazione dei minerali trova in essa il suo limite » '). E dopo una lunga rassegna di tutti i terreni auriferi del mondo e" della loro condizione nel tempo in cui egli scriveva, il Suess veniva alle seguenti conclusioni : 1° che la produzione dell' oro nell'avvenire dipenderà principalmente dalla estrazione, che se ne potrà fare dai depositi alluvionali; 2° che le scoperte geografiche e la nuova o la maggiore produzione di oro saranno intimamente collegate tra loro ; 3° che molto più della metà dell' oro ottenibile coi mezzi finora impiegati è già passato per le mani dell' uomo ; 4° che I' esaurimento dei depositi auriferi alluvionali e il declinare della produzione aurifera a una piccola frazione di ciò che è stata finora, erano fatti che potevano essere già preveduti ; 5° che verrà certamente il momento, e probabilmente dopo pochi secoli, in cui la produzione i) Si consulti su questa teoria del Suess e sul giudizio che se ne dava 14 anni fa, la monogra.fia del prof. Martello, La geologia e l'economia politica di fronte alla questione monetaria, nel volume La Moneta e gli errori che corrono intorno ad essa, pag. 63, (Firenze, 1883) oppure l'Economista del 20 marzo 1881, n. 359.