l'incapacità di valorizzare e gratificare il lavoro dei compagni, attraverso una efficace e realistica divisione dei compiti, ma anche la crescente personalizzazione dello scontro, la sterilità dei dibattiti e le carenze di direzione e autorità nella direzione della sezione: è per contro del tutto trascurabile il numero di quanti si attardano ad accusare residue logiche autoritarie o burocratiche. Vale infine la pena di osservare che solo — o ben! — 3 membri di direttivo lamentano la mancanza di sufficienti incentivi e benefici personali, in termini di carriera o potere, di prestigio od opportunità professionali. La domanda, con tutta probabilità non diversamente dalle risposte, era poco più di una provocazione, ma la pietra, gettata nelle acque placide di uno stagno abitato fino a ieri solo da cigni immacolati, ha già provocato non poche onde... di riflessione! 3. Dalla diagnosi alle terapie La seconda parte del questionario, volta a rilevare indicazioni di carattere propositivo e valutazioni di prospettiva, si rivela assai meno reattiva della prima — anche ad un rapido controllo degli indici statistici — rispetto alle divisioni tra schieramenti congressuali, rivelando piuttosto l'eterogeneità delle culture politiche trasversalmente presenti nel campione. È significativo, ad esempio, come tra i nodi su cui fondare una efficace ripresa di iniziativa politica, capace di riavvicinare il partito ai cittadini, tre questioni emergano con spicco particolare e con un numero di voti sostanzialmente equivalente tra maggioranza e opposizione: un nuovo e più forte radicamento nel mondo del lavoro dipendente, produttore di beni e servizi (80 r.), la riforma dello Stato sociale (74 r.) e le riforme elettorali (62 r.). Le differenze, pur rilevanti, sono percepibili soprattutto nella scala di priorità individuata dagli intervistati: l'esigenza di una nuova valorizzazione del lavoro, si impone nettamente, fin dalla prima risposta, grazie soprattutto alle indicazioni del NO, mentre il SI riconosce fin da subito anche l'urgenza delle altre questioni, indirizzando quindi la propria attenzione verso due temi-bandiera della maggioranza: la politica dei diritti e la riconversione ecologica dell'economia, che in complesso totalizzano rispettivamente 49 e 36 risposte (v. graf. 5). Minore Graf. 5 Nodi su cui fondare una efficace ripresa di iniziativa politica ... per riavvicinare il partito ai cittadini Ritorno in fabbrica Valorizz.ne lavoro Riforma Stat Sociale Politica dei diritti Riforma dello Stato Riforme elettorali Democrazia economica Riconversione ecolog Nuova solidarietà 3/: NO r/. si 10 20 30 40 50 Valori '/. sulla prima risposta (Tot.105 membri dei direttivi) ancora è l'importanza riconosciuta, con 33 risposte e senza distinzione alcuna di schieramento, a due issues, sentite forse come tradizionali e consumate, quantomeno nella formulazione, ma di evidente momento di fronte all'incalzare di vecchi e nuovi particolarismi: l'attuazione di una riforma dello stato, basata sulla piena valorizzazione del decentramento regionale e comunale, e una riscoperta centralità dei valori di solidarietà nel mondo del lavoro, nei rapporti sociali e nelle relazioni internazionali. Del tutto minoritaria, con una quindicina di voti su 105, risulta invece l'adesione a due temi forse, ma solo in parte, assimilabili ad una più tradizionale cultura operaista: un nuovo radicamento nella fabbrica e la democrazia economica, a partire dalle decisioni in ordine alle scelte produttive. Com'è facilmente intuibile, queste risposte sono non poco influenzate dalla variabile generazionale e ancor più dall'anzianità di partito, ma assai meno dell'atteso dalla variabile professionale. Resta in ogni caso da escludere che le interviste fornite dalle sezioni di fabbrica esprimano una cultura più operaista o laborista del resto del campione: una cultura, questa, che rimane semmai prerogativa di quanti hanno dichiarato una forte militanza sindacale. Anche con riferimento ad una successiva domanda, relativa ai punti essenziali di un programma di governo a breve termine, potremmo ripetere le osservazioni già svolte circa l'incidenza relativamente scarsa delle differenze di schieramento, fatta eccezione per una sia pur lieve preferenza del NO per le due policies ritenute degne di maggiore investimento politico (ed elettorale): la sanità e i servizi sociali (complessivamente 92 segnalazioni, su 105 interviste) e fisco e spesa pubblica (75 r.), mentre le politiche del lavoro e dell'industria (72 r.) nell'opposizione trovano, al più, una marcata indicazione di priorità. I temi successivamente segnalati sono, in un ordine di importanza, giustizia e criminalità, ambiente ed energia, scuola e ricerca, riforme istituzionali, con un numero di riscontri decrescente da 58 a 47, e con un'attenzione relativamente maggiore da parte dei militanti più giovani e della generazione sessantottina. Non va infine trascurato che sono soltanto 23 i dirigenti di sezione che, tra le ultime segnalazioni, si attardano ad indicare l'importanza di un investimento politico originale sul Mezzogiorno o l'urgenza delle questioni relative alla integrazione degli immigrati extracomunitari. Se, come è stato autorevolmente osservato, la questione meridionale è diventata sempre più una questione dei meridionali, occorre anche prender atto del fatto che in essa si identificano sempre meno questi militanti, nonostante gran parte di essi abbia una sofferta, e neppure troppo lontana, esperienza di immigrazione alle spalle. d un maggiore livello di astrazione, il questionario ha cercato anche di sondare l'orientamento degli intervistati in ordine ad alcune dimensioni ideologiche e politico-strategiche, da individuare quali precondizioni del successo di una moderna forza di sinistra. Come ben si può immaginare, le risposte tornano a mostrarsi particolarmente reattive all'incrocio per schieramento, ma secondo modalità per molti versi inattese: è il SI, infatti, che fin dalla prima risposta giunge ad imporre un netto primato ideale della salvaguardia dei valori collettivi di uguaglianza, giustizia sociale e solidarietà, 12