790 10 dicembre 1893 L’ ECONOMISTA razioni politiche, perseverare nella via nella quale si è messa, considerarsi veramente una grande potenza che vuol aver gran Voce negli affari d’Europa ed esercitare una legittima influenza, ed in tal caso è necessario che si mostri chiaramente che questa politica 'grandiosa costa enormi sacrifizi ed i contribuenti siano chiamati a dare tutto quello che occorre per essa. Noi persisteremo non solo a combattere una simile utopia, ma ci ostineremo anche a ripetere che questa politica non soddisfa che i desideri e le aspirazioni di Una esigua minoranza, la quale soltanto dovrebbe sobbarcarsi ai sacrifizi corrispondenti, ma nello stesso tempo riconosceremo che è il prodotto di un concetto chiaro e definito per quanto rovinoso. 0 si comprende che l’Italia ha bisogno di anteporre alla grande politica un lungo periodo di raccoglimento finanziario ed economico, così da poter sviluppare tutte le proprie forze, ed in tal caso è necessario rifarsi da capo, rinunziare alle grandi pretese, proclamare il nostro desiderio di pace, il nostro disinteresse per tutte le quistioni che non ci toccano direttamente. Coloro che hanno creduto di poter seguire tutti e due gli scopi, cioè la politica di grande nazione, senza i danni dei grandi sacrifizi, che quella politica richiede, debbono essere persuasi da una parte che il loro scopo è. fallito, dall' altra, che il paese non è con loro. Quello che occorre, quindi, a nostro avviso in questo momento è la resipiscenza, il confiteor, ma sincero, dignitoso, solenne, in modo che così all’interno come all’ estero se ne comprenda tutto l’alto significato. Le nazioni come gli individui non commettono mai un atto biasimevole confessando i propri errori e provvedendo ad evitare la propria rovina. LA LEGGE BANCARIA E naturale che i fautori della pluralità della emissione non cedano le armi ; alcuni continuano a difendere concetti dei quali sono convinti, altri, insistendovi oggi, dopo la sparizione della Banca Romana, giustificano in certo modo le loro convinzioni passate. — La questione si è dibattuta d’ altronde per tanti anni, che sarebbe eccessivo ritenerla ad un tratto risoluta, specie se la soluzione si è ottenuta in un momento, nel quale la speciale condizione dell’ambiente ha scosso la autorità di alcuni dei difensori di uno dei principi. Non ci meravigliamo quindi che siano state riprese in questo momento le polèmiche per combattere la fusione delle tre Banche per azioni ; e si afferma da una parte che esiste una agitazione in Toscana perchè sieno'mantenuti i due Istituti della regione, si dichiara dall’altra che il nuovo ministero prorogherà la attuazione della legge 10 agosto 1893. L’ argomento quindi della legislazione bancaria, che sembrava, almeno per la parte dell’ordinamento chiuso per qualche tempo, merita ancora studio e domanda qualche considerazione, non fosse altro per rispondere a quelle degli avversari. Noi non sappiamo che vi sia in Toscana vera e propria agitazione ; sappiamo soltanto che non si sono ancora sciolti quei Comitati che, composti di òhórevoli ed operosi cittadini, si erano proposti di far prendere i provvedimenti necessari perchè la applicazione della legge IO agosto riescisse meno grave ai centri commerciali ed industriali della regione. Ora siccome questi Comitati funzionano da molti mesi, hanno fatto studi, discussioni e proposte ed hanno visitati gli Istituti di credito locale per vedere di trarne profitto quanto fosse possibile, non possiamo credere che, sapendo come la legge IO agosto doveva andare in attività il 1° gennaio, non abbiano già presi fin d’ora tutti i provvedimenti che reputavano opportuni, giacché il tempo stringe e il nuovo anno batte alle porte. La crise aperta alla fine di novembre deve aver trovato la Toscana per opera dei suoi migliori uomini, già pronta al mutamento, che, malgrado la opposizione di alcuni di essi, è stato votato fino dal ,10 agosto. Nè si può credere, come alcuni hanno detto, che la opposizione sia risorta per difficoltà incontrate ; non sappiamo che nessuna delle domande avanzate sia stata dalle Amministrazioni delle Banche di emissione respinta, o che le amministrazioni stesse abbiano manifestalo il proposito di non tener conto delle condizioni speciali di Firenze e della Toscana. Sappiamo anzi che alcuni Istituti locali avevano la maggior buona volontà per venire in aiuto del Commercio e delle Industrie, a cui venivano in parte a mancare i tripli sportelli, ma che a questa buona volontà non si è dato seguito, forse perchè si è compreso che non erano necessari straordinari provvedimenti. Ad ogni modo tutto lascia credere che se la legge 10 agosto fosse applicata il 1° gennaio, le cose procederebbero con sufficiente regolarità e senza danno della attività economica della città e della regione. — Non comprendiamo quindi la tardiva agitazione che si vuol creare e temiamo che non facciano l’interesse generale coloro che vorrebbero in questo momento servirsi della naturale ripugnanza elle doveva avere la regione, a cui venivano tolti due Istituti autonomi, per tentare di impedire la applicazione di una legge che, lo riconosciamo volentieri, senza gli scandali della Banca Romana non si sarebbe ottenuta, tanto è diffìcile, in condizioni normali, vincere il fatto storico del regionalismo, e domandare alle città ed alle regioni un sacrifizio di istituzioni autonome. Mentre perciò crediamo possibile che i fautori della pluralità profittino delle vicende parlamentari per tentare di raggiungere il loro scopo, crediamo anche che sarebbe eccessivo allegare una agitazione che in ogni caso non sarebbe giustificata se non quando si provasse che gli interessi che si dovevano, per quanto possibile tutelare, vennero non curati. Meno ancora poi allo stato delle cose riteniamo che si possa pensare a disfare la legge IO agosto 1893 per fare « casa nuova »; sarebbe questo uno dei fatti più gravi e nello stesso tempo più pericolosi. Non neghiamo che il Parlamento ha votata una legge che poteva essero migliore, non neghiamo che la ha discussa ed approvata in condizioni non propizie, ma la legge bancaria de! 10 agosto è una specie di contratto coi terzi, quella legge è stata regolarmente promulgata, ed m base a quella legge, o per emendare errori del passato, o per ottenere dei vantaggi, lo Stato ha fissati dei correspettivi ed