15 ottobre 1905 L’ ECONOMISTA 669 per fare inaugurare costumi amministrativi più corretti e migliori. Nella sua Relazione la Giunta Provinciale comincia appunto col dolersi di essere stata chiamata a esaminare il bilancio, di competenza del 1905 a esercizio già molto inoltrato ; e non manca di ricordare (il che rende il rimprovero più grave insieme e più meritato) che ciò non succede per la prima volta,, e che l’anno scorso accadde la stessa cosa, dando luogo alla stessa osservazione, ma con un ritardo pur sempre un pò minore. Nota altresì che la sua raccomandazione dell’anno scorso, cioè di presentare il bilancio preventivo in tempo debito, in modo che l’esercizio nuovo possa iniziarsi col bilancio regolarmente approvato, meritava di venire ascoltata, non solo per attenersi così ai precetti della legge, ma anche perchè, sui concetti informatori del bilancio del 1904, la Giunta Provinciale aveva fatto rilievi tali, da dovere essere tenuti presenti e in tempo utile discussi. Bisognava o applicarne il contenuto, oppure confutarli, se lo si credeva del caso. « Invece, col procedimento seguito, la funzione dell’Autorità tutoria è resa del tutto illusoria, e la G. P. A. si trova di fronte a un esercizio co-mininciato, anzi pressoché a finire, per modo che qualsiasi modifica' si credesse apportare al bilancio pel buon andamento dell’amministrazione riuscirebbe di difficile se non d’impossibile applicazione. » I più importanti rilievi dell’anno scorso, i quali pur troppo, perchè stati trascurati, tornano in campo anche quest’anno, riguardano l’applicazione fatta al bilancio di competenza dei residui attivi di passate gestioni. Sono quelli stessi che vi esponevo nella surricordata corrispondenza del marzo. Delle partite controverse non importa ch’io vi indichi di nuovo l’ammontare. La questione è principalmente, di massima; benché nel caso concreto si tratti di somme tutt’ altro che indifferenti, anzi, per un bilancio zoppicante, rilevantissime. Ma forse ricorderete che si riassumevano, come si riassumono tuttora, in due grandi categorie, di cui una comprende nuove entrate sperate, cioè dipendenti da proposte presentate al Consiglio comunale, ma allora non pe-rancó approvate, come non lo sono nemmeno oggi, l’altra comprende ricuperi sperati di crediti, cioè dipendenti dall’ esito di liti; nè allora nè oggi definitivamente decise. Per entrambe coteste categorie era fino da allora evidente il carattere vizioso del sistema di calcolare come sicuri gli effetti di avvenimenti possibili, si, ma non ancora intervenuti, anzi di-ficili a realizzarsi proprio entro quello stesso anno nel cui bilancio si pretendeva venissero ad operare come coefficienti della parte attiva. Ora poi sono bastati pochi altri mesi di tempo trascorso, per darne la sconfortante riprova. La municipalizzazione d’alcuni servizi pubblici, il cui affetto la Giunta municipale aveva già segnato in bilancio come aumento d’entrata, non è stata finora dal Consiglio neppure discussa. In quanto ai residui attivi consistenti in crediti, come osserva con rammarico, ma doverosamente, la Relazione, « oggi, al nono mese di esercizio^ provvisorio, nessuno dei più rilevanti crediti costituenti tali residui è stato riscosso! ». Perciò la G. P. chiude la prima parte del suo lavoro con ' questa esattissima conclusione: « Lo stanziamento nel bilancio di competenza dei residui attivi di insicura riscossione nell’anno, e non ancora riscossi finora, rappresenta uno spareggio, la cui gravità non può essere attenuata da qualche passività da poter procrastinare ad un futuro esercizio, imperocché si tratta di pat-tite certe, liquide, il cui pagamento non ammette dilazione. L’operazione di cassa a cui l’Amministrazione dovrà ricorrere, pur presentandosi sotto una forma semplice, diverrà a sua volta un nuovo onere. » Spareggio, dunque; ma di quanto? La G. P. A. ne indica dapprima uno non molto grosso di L. 464,901, dicendo di non poter giungere alle conseguenze a cui arriva la Ragioneria della Prefettura, che ne vede invece uno di L. 845,705. Non si capisce bene perchè dica di non poter giungere a tanto (oppure sarò io che non ho saputo capirlo), mentre anzi riproduce, senza rettificarli, i conteggi della Prefettura, dai quali emerge appunto il disavanzo in L. 845,705, e non meno. Se non che alla prelodata G. P. A. i difetti e i guai del bilancio comunale crescono, si direbbe, nelle mani, a misura eh’essa procede nel proprio lavoro. Infatti, dopo avere rilevato le inesattezze e le imprudenze dell’ attivo, trova anche nella parte passiva alquante cose da censurare. E le censure volgono cosi sul troppo come sul troppo poco. A giudizio dell’ Autorità tutoria, il Comune largheggia più del giusto nelle spese facoltative, lesina viceversa soverchiamente in quelle relative ai servizi pubblici. Circa il primo punto, la Relazione loda l’avvenuto riordinamento del personale, ma dice che avrebbe dovuto meglio garantire un più armonico indirizzo nell’andamento dei diversi uffici municipali, ed aggiunge: << La troppo frequente ed illegale concessione di pensioni di favore a chi non ne ha diritto, di sussidi pecuniari quando non si tratti davvero di un caso strettamente necessario o per ragioni di interesse pubblico e sociale, o per casi eccezionali, tutto ciò rappresenta un onere non. indifferente pel bilancio comunale ; e la G. P. A. non ha mancato mai di richiamare l’attenzione dell’ Amministrazione e d’esortarla a non ricorrere, se non in tali casi eccezionali, a certi provvedimenti che potrebbero giustificarsi soltanto se le condizioni del bilancio fossero floride. » Riguardo al secondo punto, il parere della G. P. A. è tutto diverso. Sui fondi necessari alle opere pubbliche è cattivo sistema voler fare certe economie, che poi si risolvono in maggiori spese. Per esempio, crescono sempre i rimborsi di danni ai proprietari di case per la pessima condizione delle fogne stradali. Sono moltissime, su tale materia, le liti, in cui il Comune per lo più soccombe ; e vai poco impinguare il capitolo delle spese di lite, mentre sarebbe assai meglio spendere per un oculato servizio di vigilanza che evitasse le liti medesime. E in genere per tutte le opere pubbliche gli stanziamenti sono scarsi, tantoché spesso la Giunta comunale deve ordinarne alcune d’urgenza senza che vi siano i fondi equivalenti. La Giunta Provinciale l’anno