creative che divampano da trasposizioni spirituali, ideali, eroiche, primordiali del mondo fisico e dell'ambiente atmosferico che classifica ogni cosa. Si deve dunque dire che il solido è apparso astrattamente per una necessità funzionale, quando però l'arte astratta non sprigiona forme mai viste, totalmente inventate, in accordo con noi per i loro soli rapporti umani e nelle loro relazioni ensiformi. In questo caso, il bisogno funzionale non interviene più con lo stesso imperio perché l'astrattismo valorizza altre fonti d'ispirazione sorrette da sostanze d'invenzione incorporee. Conseguentemente, si penserà forse che nel senso utilitarista il materiale delle cose esprime pur esso una funzione. Ciò che varrebbe a dire che tra imitazione e non-imitazione vi è correlazione manifesta, essendo questa assistita dall'eterna legge di reciprocità. Non si dimentichi, però, che nel senso utilitarista il materiale assolve soltanto la funzione pratica, non quella di un ordine lirico superiore allo stato vergine. E' chiaro quindi che, da questa limitazione che sorge dalla necessità stessa del funzionale, si nota immediatamente che il problema si esaurisce nel fatto che il reale è uno solo, unitario, ma diverso, tanto per Voggetto-soggetto quanto per il supposto campo trascendentale astratto. Viene allora la conferma che il principio di necessità stabilisce, in primo luogo, un punto fermo inadatto alla vera conoscenza, in secondo luogo una ragione fondamentale che nutre rigorosamente un principio vitale, esclusivo ed evolutivo di espansione artistica. Ora, se l'arte astratta non è oggetto-soggetto, quale può essere la sua posizione dal momento che non è possibile pensare ad una necessità funzionale materiale, senza poggiare sullo stesso piano di realtà? Essendo l'arte astratta per natura inoggettiva, nel senso che il nonoggetto rifiuta il compenso descrittivo delle forme materiali, ma sempre legata - intimamente legata - alle misure umane che la fissano al cervello ed al cuore dell'uomo, può anche essere dedotta dal concetto di necessità, senza compromettere per questo la propria indipendenza, tanto nell'architettura quanto nella scultura e nella pittura. L'arte è possente, la natura spesso manchevole. Con l'arte futurista astratta incomincia il regno assoluto, non della forma, ma di innumerevoli forme inventate: arte che deve avere molto rilievo esteriore ed infinite emergenze interne. Arte nitida e trasparente di cui si circonda il pensiero del nuovo europeo per manifestarsi nella sua maggiore 152