8 L’ECONOMISTA 7 gennaio 1912 la grave perturbazione delle Borse meritò il nome di venerdì nero, e che infine fu sospeso l’atto del 1844 cioè il baratto dei biglietti; conclude che non fu certo la abbondanza dell’oro la causa dell’aumento dei prezzi. Ricorda invece che nel giugno 1866 scoppiò la guerra austro-prussiana, il che contribuì a mantenere alti i prezzi; tuttavia uell’Zncfet' num-ber dell’ Economista essi sono già ricondotti da 3464 e al primo gennaio 1867, a 3024. E il signor Guyot così continua: «La liquidazione diventava una realtà; certamente l’oro continuava ad accumularsi, e le miniere continuarono a dare ogni anno dal 1856 circa 650 milioni di Ranchi l’anno; la produzione dell’argento che era in media di 904 milioni l’anno durante il periodo 1856-60 si era spinta negli anui 1861-1865 a 1101 milioni, e più tardi 1866-70a 1339 milioni. Il mondo quindi rigurgitava d’oro ed i paesi a doppio tipo erano saturi dei due metalli; tuttavia i prezzi abbassavano e nel 1869 i mr-meri àeW Index segnano 2666 e nel 1870 2689. « Il prezzo del fromento, grazie agli Stati Uniti,è rimasto circa egualea quellodel 1845-850; lo sviluppo dell’industria delle barbabietole provocò ribasso sugli zuccheri; per l’apertura del canale di Suez ed i perfezionamenti della navigazione a vapore, il prezzo del thè rimane inalterato, la produzione del ferro aumenta e ne diminuisce il prezzo; ma i bisogni aumentano ancora più rapidamente. La carne ed il cuojo subiscono un forte aumento di prezzo. « Se non che la guerra franco-tedesca ha divorato direttamente o indirettamente per la Francia e per la Germania circa 14 miliardi di franchi ; negli Stati Uniti, in Austria, in Russia si erano costruiti migliaia di chilometri di ferrovie; in Germania l’indennità di guerra provoca una grande attività; l’Austria si slancia in ogni specie di speculazione; la Francia aveva bisogno di ricostituire i suoi capitali e di rinnovare i suoi stromenti; l’esportazione dall’Inghilterra che nel 1870 era di 200 milioni di sterline, arriva nel 1873 a 225 milioni. Dovunque i prezzi aumentano; VIndex number dà 2947 per il primo gennaio 1873 e la crise scoppia a New York ed a Vienna. L’istmo di Suez era stato aperto nel 1869, i mezzi di trasporto crescono sempre. La liquidazione della crise è laboriosa e lunga; nel 1875 scoppia anche in Inghilterra ed i prezzi cadono. « Per i bimetallisti e i partigiani della teoria quantitativa tutti questi fatti non valgono; uno solo essi veggano ed è che la Germania ha nel 1873 sospesa la coniazione dell'argento e quindi, sebbene abbia conservato lo stock di talleri che saranno liquidati a poco a poco, sebbene la Francia ed il Belgio abbiano continuata la coniazione, sebbene nessun paese dell’Unione latina abbia demonetizzate le monete d’argento, sebbene le miniere d’oro continuassero a dare 600 milioni di franchi l’anno, sebbene nel 1878 gli Stati Uniti abbiano ripresi i pagamenti in moneta metallica, ed abbiano approvato il Bland bill che obbligava il governo a battere ogni anno da 2 a 4 milioni di dollari d’argento, per i fautori della teoria quantitativa e per i bimetallisti non vi è che una sola causa del ribasso dei prezzi : — la demonetizzazione dei talleri in Germania e se lo stesso argento diminuisce di prezzo la causa ne è questa demonetizzazione e non il fatto che se ne produce 2 milioni di chilogrammi l’anno. « Dal 1873, salvo qualche sbalzo, il ribasso dei prezzi è continuo, ma gli Index number constatano un leggero rialzo nel 1890; quelli del-l’Economist dànno 2236 al primo gennaio e 2259 al primo luglio. L’Inghilterra aveva impegnato largamente i suoi capitali nella Repubblica Argentina; nel mese di novembre 1890 la Banca d’Inghilterra fu obbligata a spingere il tasso di sconto al 6 per cento, ma quando scoppiò la caduta della banca Baring aveva la Banca d’Inghilterra troppo oro? essa chiese a prestito 3 milioni di sterline alla Banca di Francia, un milione e mezzo alla Russia e mezzo milione ad altre sorgenti ». E dopo aver accennato ai vari provvedimenti degli Stati Uniti per impedire il ribasso del prezzo dell’argento, il sig. Guyot, proseguendo nella sua dimostrazione e dà il seguente prospetto del movimento dei prezzi e della produzione dell’oro dal 1893 al 1899. Produzione Indici numerici dell’oro ai primo in milioni gennaio 1893 816.2 1894 94.6 1894 998.9 1895 87.4 1895 1,030.1 1896 96.6 1896 1,048.2 1897 88.6 1897 1,223.5 1898 85.9 1898 1,486.8 1899 87.1 1899 1,589.6 1900 97.5 E fa seguire la tabella dalle seguenti considerazioni : « Cc^sì al momento in cui la produzione dell’oro, dopo aver raggiunto il miliardo, lo sorpassava di 200 milioni, VIndex number cade fino ad 85.9; ed al momento in cui la produzione raggiunge il miliardo e mezzo, YIndex number segna 87, cioè indica prezzi del 13 per cento infe-j riori a quelli del 1845-50.