7 gennaio 1912 L’ ECONOMISTA 7 influire con vera efficacia sulla bilancia del no* j stro commercio con l’estero. Nè di grande rilievo può essere stato il collocamento di titoli privati e in ogni caso sarebbe stato largamente compensato dalla ricompera di titoli già collocati e dall’acquisto da parte di italiani di titoli esteri. Passa quindi il comm. Stringimi-ad esaminare i due elementi compensatori : dei saldi delle amministrazioni postali estere versati o ceduti al Tesoro italiano, e dell’ammontare presuntivo della rimessa degli emigranti italiani dall’America. E qui l’Autore con uno studio veramente originale esamina i due punti che riassumeremo in un prossimo fascicolo. L’aumento dei pai e la pi» dell’oro II. Proseguendo nell’analisi dell’interessante articolo dell’illustre economista sig. Yves Guyot, troviamo che l’Autore non si accontenta di dimostrare che i prezzi delle merci non si modificarono mai in ragione della quantità d’oro prodotta, ma vuol anche, seguendo la storia recente, indicare quali furono le vere cause della variazione dei prezzi. E tale causa egli la trova nel fatto dell’aumento della produzione in genere; « la maggiore attività non deriva dal fatto che sia stata messa sul mercato una maggiore quantità di monete, ma dal fatto che si sono introdotti nel mondo nuovi capitali. E questa spiegazione non ha alcun rapporto con la teoria quantitativa; essa è dinamica, mentre la teoria quantitativa è statica ». E, secondo l’Autore, a tale concetto corrispondono i fatti che caratterizzano l’aumento dei prezzi avvenuto dopo la scoperta delle miniere d’oro della California e dell’Australia; infatti, prosegue l’eminente scrittore, il periodo 1845-1850 che serve di prezzo di base, è caratterizzato dallo sviluppo industriale, dall’aumento dei mezzi di trasporto, ha un anno di carestia (1847), la Rivoluzione in diversi punti di Europa nel 1848 e 1849, l’adozione della politica libero scambista da. I parte dell’Inghilterra nel 1846 ecc. Il che vuol dire che vi furono delle perdite, degli sperperi di capitali e in pari tempo delle restrizioni di capitale timido ecc. Cessate queste cause di arresto, l’attività industriale riprende il suo movimento e dal 1852 l’aumento dei prezzi diviene più sensibile. E qui bisogna trascrivere un brano dell’articolo che male si riassumerebbe: «I cercatori d’oro di California e di Australia, erano ricchi d’oro ma mancavano di tutto; quelli che portavano l’oro in Europa l’avevano comperato e pagato con oggetti alimentari o con oggetti manufatti e tale richiamo di merci aggiunto all’attrazione della popolazione verso le miniere d’oro, provocava una grande attività sui mercati e negli ambienti industriali. I prezzi quindi salivano, ma ciò non indica affatto che il potere d’acquisto dell’oro sia diminuito e che sia rinviliato di fronte alle altre merci. Chiunque deposita delle verghe alla Banca d’Inghilterra riceve sempre 77 sh. 9 per oncia. Ma ciascuno di qnesti 77 sh. 9 aumenta di potere d’acquisto del mondo, e per conseguenza dell’attività industriale. Dal 1850 al 1856 l’Inghilterra raddoppia la sua rete di strade ferrate aggiungendovi 4000 miglia di nuove linee ; ai diversi impieghi che trovano quei capitali bisogna aggiungere la guerra di Crimea, ed ogni guerra portando con sé uno sperpero di capitali, è seguita da aumento di prezzo. Bisogna rifare le provviste, ricostruire i mezzi di guerra perduti o che non si sono riparati; s; intraprendono gli affari che si erano sospesi fino alla pace; l’oro era cosi poco eccessivo che la Banca d’Inghilterra fu obbligata ad alzare il suo saggio di sconto che nel 1855 raggiunse il 7 per cento». E nel periodo immediatamente successivo i prezzi ribassano l’Index number che nel 1857 primo luglio aveva raggiunto 3059 scende a 2667 un anno dopo ed a 2556 nel primo gennaio 1859. Tuttavia, osserva l’Autore, la produzione dell’oro non era rallentata, anzi era passata da 687 milioni a 695 per anno. Ma tosto il rialzo riprende. Perchè? « Nel 1859, trascriviamo le parole dell’Autore, ha luogo la guerra d’Italia, nel gennaio 1861 la secessione è proclamata dagli Stati Uniti del Sud e la guerra cominciò il 13 aprile; il corso forzato è decretato e provocò la esportazione di 234 milioni di dollari d’oro nel periodo 1861-65. I prezzi aumentano, non perchè vi fosse troppo oro, ma perchè si era sostituita all’oro la carta; e infatti l’Index number di Falkner dà le medie aritmetiche seguenti : 1860 100 1865 216 1866 191 1867 172 1868 165 E rilevando che ne! 1866 la Banca d’Inghilterra ha dovuto portare lo sconto al 10 per cento e mantenerlo a questa altezza dal maggio all’agosto; che fu nel 1866 1’ 11 maggio, che per