di confronto), ma anche territoriale (soprattutto se posta in relazione al- fenomeno di polarizzazione innescato dalla Fiat nella Amt). A livello territoriale si riscontra una concentrazione delle attività produttive intorno all’area di Ivrea e più in generale nell’UsL 40, mentre l’altra sub-area comprensoriale (Usl 41-Caluso) fatta eccezione per pochi stabilimenti, risulta pratica-mente priva di un tessuto industriale ed essenzialmente orientata a produzioni agrarie. b) Periodo 1961-71. Nel periodo considerato la situazione muta radicalmente rispetto al decennio precedente. In primo luogo, lo shift totale risulta essere positivo in relazione a tutte e tre le aree di riferimento, con il valore più elevato nel caso della comparazione con il contesto regionale (cfr. Tab. 9). Tabella 9: Shift totale comprensoriale 1961-71 (base: occupati industrie manifatturiere) Shift totale di cui: Strutturale Differenziale Compr./Prov. di Torino 0,09 -1,31 1,39 Compr./Piemonte 0,57 -0,47 1,04 Compr./Italia 0,06 -0,21 0,27 Fonte: elab. dati Istat. Appare dunque evidente la forte crescita dell’industria manifatturiera comprensoriale rispetto al Piemonte e soprattutto in relazione ad un’area tipicamente a «sviluppo centrale» come quella torinese che, proprio in questo periodo, con la Fiat, presenta elevatissimi tassi di crescita occupazionale, con l’innesco di considerevoli flussi migratori e la creazione di un diffuso tessuto produttivo (indotto auto). Se nel decennio precedente era la componente strutturale a presentare i maggiori valori positivi, nel periodo considerato i valori positivi assunti dallo shift totale sono essenzialmente imputabili alla componente localizzativa, vale a dire all’impatto dei vantaggi localizzativi relativi offerti dal Comprensorio di 50