Tale dinamica demografica presenta nel suo complesso alcune caratteristiche relativamente nuove rispetto ai trends precedenti. In particolare, con una certa simmetria rispetto all’Area metropolitana torinese, a livello comprensoriale si manifesta un progressivo processo di depolarizzazione o meglio di redistribuzione territoriale della popolazione residente. Se è vero infatti che nel periodo considerato (1971-85) tende a rafforzarsi la crescita demografica dei comuni localizzati lungo l’asse centrale Nord-Sud e, per contro, si accentua la tendenza involutiva delle aree marginali (zone montane e collinari), è altrettanto vero che il comune di Ivrea non esercita più come nel passato una forza polarizzante. Ivrea e quasi tutti i comuni limitrofi (tranne Pavone Canavese) sono interessati a flussi migratori in uscita, con solo un parziale recupero negli ultimi anni (1982-85). La principale determinante di tale fenomeno può essere individuata, da un lato, nel raggiunto livello di saturazione della capacità abitativa di Ivrea e del suo circondario e, dall’altro, da una tendenza al «recupero» di siti abitativi decentrati (in relazione al diffuso fenomeno della parcellizzazione della proprietà terriera e della progressiva urbanizzazione di zone rurali) e dall’ampliamento della soglia gravitazionale dell’area di Caluso. 2. Struttura e dinamiche occupazionali Per quanto riguarda la struttura e le dinamiche occupazionali (di cui si dirà anche in seguito), i valori assunti dai tassi di attività nel Comprensorio di Ivrea si dimostrano in linea, pur se con alcune differenze, sia con il contesto provinciale che con quello regionale. Il sostanziale allineamento dei valori totali (che del resto testimonia del maggiore sviluppo di aree centrali come quella piemontese rispetto alla media nazionale), è il risultato di due fenomeni che invece tendono a divergere da quelli rilevati nelle aree di riferimento e ad assumere caratteristiche proprie nell’area comprensoriale. 37