612 L'ECONOMISTA 25 giugno 1916 - N. 2199 delle matrici e delle contromatrici da parte dell. Delegazione deU'OflipfSia delle carte-valori iri Torino Con decreto ministeriale in data 10 giugno, numero 30,001, sono state, fissate, a decorrere dal 1" luglio prossimo e sino a nuova disposizione, le ragioni d'interesse dei Buoni da emettere, con esenzione da ritenuta per qualsiasi imposta presente e futura: al 4 % per i Buoni aventi scadenza, da 3 a 5 mesi; -4.25 % per i Buoni aventi scadenza <'a 6 ad 8 mesi: al 4.50 % per i Buoni aventi scadenza da 9 a. 12 mesi. L'interesse sarà pagato anticipatamente Scontandone l'importo dal valore capitale dei Buoni, in base a prontuario di cui sono provvisti gli uffici incaricati, del rilascio dei Buoni stessi; che sarà reso estensibile agli acquirenti. Le condizioni finanziarie della Nuova Zelanda. — Il ministro delle Finanze delia Nuova Zelanda pre sentando alla Camera dei deputati il bilancio ha detto che le entrate si calcolano a. 14.510.137 sterline e le spese a 12.493.107 lasciando un avanzo netto di 2.017.036 sterline. Tutto l'avanzo sarà - destinato allo .acquisto di buoni del Tesoro dell'Impero ed una somma suppletiva di 1.325.000 sterline sarà impiegata allo stesso scopo. In tal Biodo una somma totale di 3.342.030 sterline sarà impiegata per l'estinzione dei debiti di guerra dell'Impero. Il Governo prese le misure necessarie per il rinnovo di 12 milioni di debiti la cui scadenza è fissata nei sette anni pros simi. Il Governo ha anche liquidato per 1.950.000 di buoni del Tesoro neo-zelandesi e di debiti locali. Il ministr o ha., aggiunto che- le meravigliose risorse naturali della Nuova Zelanda: gli permettono di liquidare tutte le- domande finanziarie e di organizzare un fondo di ammortamento per rimborsare tutti i prestiti ordinari come quelli emessi o da emettere a causa della guerra. li futuro può. essere considerato con fiducia. La Nuova Zelanda è in gradq di provvedere a tutto per compiere la. 'sua parte di aiuto alla madre patria e alle grandi Nazioni alleate per ab1 battere un nemico disonorato. Le finanze inglesi. — Le entrate del Tesoro dal 1" aprile al 10 giugno sono ascese a 57.160.192 lst., e fi-spese a lire sterline 321.810.729, contro, rispettiva mente, 42.636.018 e 198.946.957 lst. pel periodo corrispondente del 1915. L imposta sui profitti di guerra in Svìzzera — La imposta sui profitti di guerra, deliberata dal Consiglio nazionale, darà un prodotto approssimativo di 10 milioni e- colpirà i profitti che oltrepassano i 5000 franchi e avrà carattere progressivo-.^ Le nuove imposte in Ungheria. — Un nuovo progetto d'imposta sulle ricchezze- maggiori di 50.000 corone è stato presentato al Parlamento ungherese. Questa imposta sarebbe stabilita sulle seguenti basì: una ricchezza di 52.000 corone pagherebbe 60 corone d'imposta ed una fortuna di 2 milioni 400.000 corone 12.000 corone. Il Parlamento ungherese deve ancora esaminare una. proposta riguardante l'introduzione in Ungheria di un'imposta sui profitti di guerra, simile, a quella che funziona in Austria, ed un progetto di aumento dei diritti di bollo e di mopopoiì dello St.: to che variano fra il 50 per cento ed il 100 per cento. IL PENSIERO DEGLI ALTRI Carboni e noli. — Federico Flora, « Resto del Carlino- », 17 giugno 1916. L'accordo anglo-francese- per i carboni ed i noli è ormai da alcune settimane, un fatto compiuto. I francesi pagano- già il carbone a, 60 franchi la tonnellata. E l'Italia? Al nostro paese-, che- al principio della guerra europea pagava il carbone a 35 lire- costa, invece 240 lire la tonnellata, Il governo ha fatto del suo meglio per ridurre ai cittadini il prezzo- enorme- del combustibile fossile, ma la quantità offerta non basta punto ai bisogni dell'industria privata. Ammessa una importazione- mensile media dall'Inghilterra di 800.000 tonnellate, -esso rappresenta per l'Italia, iu confronto al 1913, una maggiore spesa mensile di 165 milioni, pagati esclusivamente alla ' alleata britannica, unica nostra fornitrice di fossili. I iu guasti momenti simi] - tributo- è addirittura in-! giustificabile. | Perchè l'accordo anglo-francese non viene- -tosto esteso anche all'Italia, che più ancora, della grande sorella latina, risente le- • «annose ..conseguenze economiche e finanziarie- delia' Crisi dei carbone? 'Dopo avere esaminati ampiamente gli elementi che concorrono .a determinare il prezzo del carbone per i consumatori italiani: il cambio, il costo originario, il,itolo, le spese portuarie, l'A. conclude: Un governo più previdente avrebbe evitato ogni -crisi acquistando- o noleggiando un anno fa, o ancora prima, almeno uh centinaio di navi da cinquemila tonnellate cadauna, o 'fornendo agli armatori pri-► vaiti i mezzi di farlo come- oggi si propone- in Francia alla quale- neppure le concessioni inglesi sembrano idonee a ricondurre carbone, e noli agli antichi limiti., Inveceril Governo ricorse alle- requisizioni, quasiché i 456 piroscafi italiani con le, loro 1 milione e 710.000 tonnellate bastassero -ad uri traffico marittimo di 22 milioni di tonnellate delle-quali circa la metà rappresentate dal carbone. Oggi tutta la fiotta mercantile italiana, ' requisita e libera, è assoggettata ad un nolo massimo -e. impossibilitata di effettuare trasporti per porti esteri. Ma l'azione isolata, utile per il grano, al cui acquisto e distribuzione ormai provvede da solo il governo, non conta per i carboni se non viene- integrata, a somiglianza della Francia, con un accordo inglese, ormai politicamente maturo, adeguato alla importanza della nostra situazione nell'Intesa e che riduca tosto anche per noi pre-zzi originari è noli. „ La Spagna nuotante nell'oro un'altra volta! — Luigi Luzzàtti, « Sole », 19-20 giugno 1916. La Spagna ha saputo sfruttare mirabilmente la neutralità, distribuendo le sue «grazie economiche-» ai due campi combattenti con eguale imparzialità. Quindi nuota nell'oro, come ai tempi della scoperta d'America, quantunque in minore misura. Ha i cambi fortemente propizi verso la Francia, la quale nei' tempi lieti, la. provvedeva di riserve auree; il 7 giugno di quest'anno cento- « peseta»'» guadagnavano su cento franchi diciannove- lire e trenta centesimi; e la stessa Londra, il «centro- monetario», pagava alla Spagna un tributo di-107 lire e 80 centesimi percento «pesetas», la lira sterlina verso- Madrid e Barcellona quotandosi a, 23,40! Naturalmente il corso della « rendita, esteriore » spagnuola sale "a Parigi -e si è avvicinato persino a cento lire. E lo « spagnuo-lo » può figurare (chi l'avrebbe- mai immaginato?) fra- i valori europei più solidi dei paesi neutri, che insieme agli olandesi, agli scandinavi, agli svizzeri, possono contribuire a scemare il premio dell'oro in Francia, in Italia, in Inghilterra,, in Russia, seguendo le note operazioni iniziate dalle T -soferie'd'Inghilterra e di Francia: Ma quesiti Stati neutri, che colgono il frutto dai mali degli altri, devono anche pensare al giorno del «giudizio», e per prep a ravvisi la migliore operazione sarebbe que-lla di aiutare con proprio notevole vantaggiò i loro antichi sostenitori, di cui, a guerra finita, dovranno tener conto hi nuovo, Zollwerein Tedesco e Zollwerein dell Intesa. Luciano de Feo, «Perseveranza», 20 giugno 1016. Una serie dì scrittori di coso economiche va sostenendo da alcuni mesi la necessità di dividere l'Europa hi due grandi gruppi di potenze, l'uno opposto all'altro. Le singole nazioni dell'intesa dovrebbero ' portare a! massimo grado eli produzione le proprie industrie eri prodotti agricoli e tutte insieme- dovrebbero cercare di battere il blocco costituito dagli. Imperi -Centrali. Sarà possibile ciò? Ed essendo possibile sarebbe conveniente attuare il s-cgno di due leghe doganali^ coni-poste di -due gruppi alleati; opposte luna all'altra con tutti i mezzi e ricorrere ad ogni forza politica, materiale e morale per battere il gruppo opposto? Potrebbero bastare gli scambi fra i singoli paesi di un determinato gruppo politico oppure ciò. non porterebbe il rialzo dei prezzi in certi generi anche di prima necessità? Quante industrie mancherebbero d'ella materia antica? Ecco gli angosciosi interrogativi che tutti ci ri-