2 fehbraio 1919 - N. 2335 Noi sappiamo per diretta conoscenza che i laboratori statali, sono una specie di opera pia, di pensio nato, dove operai di limitata capacità, attraverso ad un regolamento dei più insulsi e complicati, atto alle interpretazioni più disparate, riescono a lavorare poco e male, per brevi ore del giorno ed a percepire paghe, privilegi, pensioni, talvolta pari a quelle di alti impiegati di concetto senza alcun merito specifico. Se si potesse fare il calcolo di quanto viene a costare all'Amministrazione pubblica, in tempi nor mali, ogni vite ed ogni cassetta di legno, prodotta in un laboratorio dello Stato, non sarebbe diffìcile tro vare cifre che supererebbero di due o tre cento volte almeno il costo dello stesso oggetto prodotto dalla privata industria. Perciò, se le cooperative cui si accenna nella notizia sopra riportata, devono essere costituite fra operai di ruolo della Amministrazione statale, con servando tutti i privilegi che sono riusciti acostituirsi, noi avremmo prodotti di un costo enorme dall'una parte e forse dall'altra, sotto la scusa o la parvenza della cooperativa altri privilegi od altri guadagni a favore di operai nella massa immeritevoli ed incapace, protetti da mille raccomandazioni politiche, pronti sempre a chiedere molto ed dare poco. Bisognerebbe quindi che, se il concetto delle cooperative fosse accolto, questa si costituisse magari dagli stessi operai ora a ruolo, ma svincolati totalmente dal vigente contratto di lavoro e lasciati alla libera concorrenza. In caso contrario quelle finestre e quelle viti che essi si propongono di fare, costeranno alla economia nazionale assai meno se fatte eseguire dalla privata industria; e se contemporaneamente verranno tenuti nella abituale semi inoperosità, di beneficiati ed indisturbati operai, i membri le maestranze a ruolo della Amministrazione stilale. Circolazione e riserve metalliche. La eircolazione degli Istituti di Emissione corrispondente a operazioni per il commercio, che al 30 giugno 1914 era di milioni 2,198.9, dopo aver subito varie oscillazioni in più e in meno durante la nostra neutralità e poscia durante la guerra, cominciò a salire decisamente dopo il febbraio 1916, fino a raggiungere milioni 4.000.7 al 30 settembre scorso, afferma l'on. Nitti nell'allegato n. 20 della sua esposizioni finanziaria. In confronto agli altri Paesi essa non ha raggiunto i limiti cha si sarebbero potuti prevedere e ciò avvenne per la cura costante posta nel frenare l'impiego dei biglietti, nonché per le larghe disponibilità derivate agli Istituti di Emissione dai cresciuti depositi e dai debiti a vista, segnatamente per emissione di vaglia. Alla circolazione propria degli Istituti di Emissione va aggiunta quella per conto dello Stato, che da milioni 133 a fine agosto 1914, crebbe a milioni 6,882.5 alla fine del settembre scorso. La circolazione complessiva si ragguagliava, pertanto, a questa data, a milioni 10,883.2. Stava di fronte a questa circolazione globale una riserva metallica ed equiparata di milioni 1,549.1 oltre quella pei debiti a vista ih milioni 429.4. Il notevolissimo incremento della circolazione per conto dello Stato si dovette ai crescenti eccezionali bisogni creati dalla guerra. Tale circolazione al 30 settembre 1918 si suddivi deva così : a) Anticipazioni statutarie, con un terzo di riserva ............. . milioni 485 b) Anticipazioni straordinarie, garantite da buoni del Tesoro all'interesse di centesimi 25 per cento (limite massimo milioni 4850).......» 4.330 c) Somministrazioni di biglietti alla Cassa Depositi e Prestiti, garantite da vincolo su rendita consolidata . . » 700 d) Anticipazioni a terzi per conto e a rischio dello Stato, garantite da depositi di titoli o da cambiali a breve scadenza, o da privilegi diversi. Tali 55 anticipazioni vennei o concesse a Istituti di Credito, a concessionari di ferrovie pubbliche, oppure per acquisto di grano, per provviste di materiale da guerra, per la coltura dei cereali nei comuni danneggiati dalle arvicole, per l'incremento della coltura cereali-fera nel Mezzogiorno, per le semine, pei combustibili e per la ricostituzione del patrimonio zootecnico nelle provincie venete invase. Esse ascendevano, di fronte al limite massimo di un miliardo e mezzo a . » 1,467.5 Totale milioni 6,882.5 La riserva metallica ed equiparata degli Istituti di Emissione, ha avuto un sensibile incremento, elevan dosi da milioni 1,655.9 (30 giugno 1914) a milioni 1,978.4 (30 settembre 1918). La parte metallica è diminuita di milionj 324.7 ma è aumentato di ben 702 milioni la parte rappresentata da disponibilità all'estero, in relazione alle operazioni sempre più larghe fatte fuori d'Italia, allo scopo di moderare il corso dei cambi. La riserva metallica effettiva od equiparata degli Istituti di emissione ha avuto un incremento non molto sensibile, perchè da milioni 1,655.9 ai 30 giugno 1914, era salita a milioni 1,978.4 al 30 settembre scorso, ed era così composta: Al Al 30 giugno 30 settemb. Differenze 1914 1918 Oro........ 1,373.7 1,048.1 — 325.6 Argento....... 115.6 116.5 t- 0.9 Cambiali sull'estero . . 10.2 » — 10.2 Buoni del tesoro di Stati esteri....... 128.4 59.2 — 69.2 Certificati di credito sul- l'estero ...... 14.8 717.2 + 702.4 Titoli italiani di Stato o garantiti dallo Stato (Residuo delle opera- zioni dei 45 milioni del Banco di Napoli) . . 13.2 6.2 — 7.0 Biglietti di Banche estere — 31.2 + 31.2 1.655.9 1,978.4 322.5 Come si è detto, la circolazione propria degli Istituti di emissione potè essere contenuta in limiti relativamente ristretti, stante i maggiori mezzi bancari derivanti dai debiti a vista e dai depositi in conto corrente fruttifero. Quanto ai debiti a vista, essi da milioni 215.3 nel luglio 1914 salirono a milioni 1073.4 alla fine di settembre 1918; erano cioè quintuplicati, E più che quintuplicati erano altresì i depositi in conto corrente fruttifero, poiché da milioni 122.4 raggiunsero 658.2 alle date suddette. Riunendo i debiti a vista e i depositi, si ha, dal luglio 1914 al settembre 1918, l'aumento complessivo di poco meno di un miliardo e mezzo. Tale maraviglioso sviluppo, sebbene dovuto anche al maggiore uso dei vaglia per i pagamenti di guerra, è pur sempre indice della fiducia di cui le nostre Banche di emissione sono circondate, e che ha permesso di fronteggiare le crescenti esigenze del commercio senza allargare eccessivamente la circolazione bancaria. Gli sconti, che rappresentavano un impiego di milioni 716.6 alla fine del luglio 1914, salirono a milioni 1,140.9 alla fine del successivo mese di agosto, mantenendosi intorno a tale cifra fino all'agosto del 1915, dopo di che, compiutosi felicemente l'assestamento della economia di guerra, si restrinsero fino a scendere intorno a 700 milioni di lire. Ma sul finire dello scorso anno i noti avvenimenti diedero agli sconti bancari un andamento di decisa ascesa, anche per sconti di titoli del Tesoro, così da raggiungere al 30 settembre u. s, la cifra di milioni 1,144.2. Le anticipazioni seguirono un movimento quasi analogo a quello degli sconti. Da 155 milioni circa nel luglio 1914 salirono a milioni 367.5 nell'aprile dell'anno successivo, e poscia, con alterna vicenda, segnarono milioni 913.3 alla fine del settembre scorso. L'ECONOMISTA