214 L'ECONOMISTA 13 luglio 1919 - N. 2358 Ciò che più sorprende in tali dati è la relativa scarsità delle importazioni nella seconda metà del 1897, mentre, come sappiamo, il raccolto interno era stato assai scarso. Il fenomeno, che può spiegarsi 'coll'altezza ormai raggiunta dai prezzi, che rendeva ben remunerativa la vendita immediata del prodotto indigeno, portò verso la fine del 1897 e il principio del 1898, a una condizione di deficienza delle quantità disponibili, che consigliò il Governo a una prima riduzione del dazio, da lire 7,50 a 5, in data 23 gennaio, coll'effetto sulla importazione di darle un rapido e cospicuo sviluppo, home può vedersi dalle cifre dei mesi di febbraio, marzo e aprile. Ciò non bastò però, e la carestia manifestatasi, colle conseguenti gravi agitazioni popolari, indusse il Governo all'abolizione completa del dazio a partire dal 6 maggio, fino al 30 giugno. Gli effetti sul commercio sono visibili nelle ingenti quantità importate nei due mesi di maggio e giugno, quantunque, considerati i limiti dell'incremento che l'importazione era andata assumendo nei tre mesi precedenti, sia dubbio se pur col dazio a 5 lire non si fosse avuta la stessa espansione constatata dopo l'abolizione (1). Ciò che invece risulta evidente è l'effetto della reimposizione del dazio di 5 lire avvenuto il 1° luglio, per la quale l'importazione passò da 226,000 tonnellate del giugno, a 56,000 del luglio, mentre la reintegrazione, dal 15 agosto, del diritto doganale a lire 7,50, come prima della crisi, fece ridurre la quantità introdotta in agosto a 14,000 tonnellate, somma che si mantenne pure in settembre, aumentando verso la fine dell'anno, pur rimanendo sempre in proporzioni relativamente modeste. (continua). Aldo Contento. (Il In realtà, provenendo molto del grano importato dall'America, è evidente che, essendo durata la sospensione meno di due mesi, una gran parte di quello introdotto in franchigia deve avere corrisposto ad ordinazioni precedenti l'abolizione, per cui solo per gli arrivi del giugno, e certo non per tutti, si deve vedere l'effetto del provvedimento : solito difetto della corta durata! Il prossimo raccolto granario. Durante tutta la durata della guerra, e grazie all'imposizione del razionamento, l'approvvigionamento granario dei Paesi alleati potette essere assicurato, malgrado gli ostacoli che provenivano dalla guerra sottomarina e dalla defìcenza della produzione europea; e se questo approvvigionamento sofferse di qualche gravosa restrizione, l'anno scorso specialmente, la crisi non fu che passeggera. La campagna agricola si apre generalmente in agosto; siamo quindi prossimi al suo inizio. Che cosa ci riserva il prossimo raccolto, ora che il numero degli acquirenti di grano andrà certamente aumentando? Quali sono le risorse granarie di cui il mondo intero sta per disporre, e, sopratutto, quali i bisogni da soddisfare? A queste domande rispondono alcuni dati ed informazioni che l'ufficio centrale dei cereali francese ha comunicati alla stampa parigina, dati ed informazioni che non hanno, se pure sono stati preparati con metodo diligente e rigoroso, un significato assoluto, visto che i raccolti agricoli rimangono sottoposti agli eventi metereologici, or tristi or lieti. Per stabilire il bilancio completo della prossima campagna granaria conviene ricercare dapprincipio se la campagna in corso lascerà un riporto granario, un'eccedenza che possa venire aggiunta al nuovo raccolto. L'Ufficio centrale dei cereali valuta che, alla data del primo aprile 1919, il soprappiù esportabile dei principali Paesi super-produttori di grano — dei Paesi esportatori secondari, come l'Africa, non si è tenuto alcun conto — raggiungeva approssimativamente in quintali : milioni Stati Uniti .... 70,0 Argentina .... 33.0 Australia .... 75.0 Ora, i bisogni sia coperti e da coprire sino al primo agosto prossimo — bisogni di 4 mesi — non dovreb bero sorpassare in quintali : - milioni Inghilterra . 20.0 Francia 12.0 Italia .... ' 9.0 Germania . 25.0 Austria-Ungheria 17.0 Spagna. 1.0 Olanda. 2.0 Svizzera 2.0 Paesi scandinavi 2.0 Totale . 178,0 Da questa enunciazione i bisogni attuali in grano dell'Imperi centrali risultano più che raddoppiati. Quanto ai bisogni della Russia, della Rumania, della Bulgaria e degli altri Paesi balcanici, la cui produzione granaria è deficiente, possono essere valutati a circa 50 milioni di quintali, ammettendo che questi Paesi non dispongano più di alcuna riserva granaria. La totalizzazione di questi diversi bisogni granari, dà, quindi, una cifra di 140500.000 di quintali, contro 178 milioni di quintali che risultano disponibili, ciò che lascerebbe un margine di 37.500.C00 quintali di grano per l'esercizio 1919-20. E' bene aggiungere, a questo punto, che i bisogni qui avanti enumerati sono basati sulla capacità di assorbimento dei vari Paesi; ma è da temere che il quantum di 140.500.000 quintali non possa essere materialmente utilizzato, per la semplice ragione che non può essere trasportato, nello spazio di qualche mese, dai paesi produttori a quelli consumatori. In tutti i casi, e quali che siano i bisogni mondiali, le disponibilità non solo sono sufficienti, ma possono lasciare, al 1° agosto 1919, un'eccedenza che varierà dai 37 ai 50 milioni di quintali e che può anche raggiungere i 78-80 milioni di quintali, a seconda della capacità di esportazione di ciascun paese produttore e del tonnellaggio che sarà messo a sua disposizione. Anche ammettendo che l'eccedenza granaria dell'anno agricolo in corso non raggiunga che i 50 milioni di quintali e che le raccolte risultino deficienti nell'insieme dei paesi europei produttori, si può lo stesso affrontare con serenità l'avvenire, attendendo sino al febbraio-marzo 1920, nella quale epoca entreranno in campo i raccolti granari dell'Argentina, dell'Australia e dell'India. In effetti, se le prospettive attuali, eccezionalmente buone, della raccolta americana si mantengono sino alla mietitura, è permesso scontare una eccedenza esportabile di 170 milioni di quintali. Sin da ora, d'altra parte, si può prevedere pel Canadà un'eccedenza di 35 milioni di quintali, oltre i 50 milioni di quintali rimasti dalla stagione 1918-19; un totale, quindi, di 85 milioni di quintali che uniti ai 170 milioni degli Stati Uniti, danno un totale complessivo di 150 milioni di quintali utilizzabili. In queste previsioni non sono comprese nè la Russia nè la Romania, le quali Nazioni non saranno forse in grado di esportare, ma produrranno certo abbastanza per far fronte ai bisogni del consumo nazionale. A partire dal 1° gennaio 1920, altre eccedenze verranno ad aggiungersi ai sopracitatoQotale: 20 milioni di quintali cioè, esportabili dall'Australia; altri 20 milioni dall'Argentina e circa 15 milioni esportabili dalle Indie, Le disponibilità totali dei Paesi super-produttori, disponibilità che possono venire esportate, sommano, quindi, a ben 310 milioni di quintali. E' questo l'attivo della questione. 11 passivo, — cioè a dire i bisogni dei Paesi importatori — può essere così rappresentato, in cifre rotonde ed in quintali : milioni Belgio.....17.5 Francia .... 35.0 Inghilterra.... 40.0 Italia.....17.0