178 L’ECONOMISTA 2-9-16-23 Novembre 1924 - N. 2634-35-36-37 verse parti di cittadini, tanto più quando il movente di tali eccitamenti non possa rintracciarsi nelle pure idealità di contestazioni politiche, bensì in molto personali e limitati interessi. Il problema dell’oro. Nostra inchiesta. La particolare situazione nella quale si trovano gii Stati Uniti per l’accumulamento dell’oro e dinanzi ad essi altri Paesi che ne sono privi, ci ha suggerito di muovere fra i competenti una inchiesta al fine di conoscere quali sono le soluzioni che il problema può presentare. Abbiamo perciò diramato la seguente circolare : Maggio 192b. Illustre professore, Gli Stati Uniti d’America lamentano, e non dal presente, l’abbondanza di oro da cui sono afflitti. Il tentativo fatto nel 1919 di cederne alla Spagna 30 milioni, aila Francia più di 4, alla Danimarca 2, alla Svizzera 67.570 ecc., non ha conseguito l’effetto che il Governo della Confederazione Americana si proponeva (vedi R. Michels : «Giornale degli Economisti », settembre 1923), poiché il metallo è ritornato abbastanza rapidamente al luogo di provenienza. L’unito riassunto di quanto è stato pubblicato nell’ultimo bollettino della Federai Reserve Board, intorno alla situazione dell’oro negli Stati Uniti ed al suo incremento, espone i termini del prò blema dinanzi al quale quel Paese si trova; prò blema che si delinea anche per l’Inghilterra. Cominciano già a formularsi proposte di varia indole per trasferire un certo contingente di oro dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra nel continente Europeo. Ultimamente la New York City Bank affermava che se l’ingombrante oro americano venisse diretto a completare le riserve metalliche bancarie degli altri Paesi, ciò contribuirebbe alla stabilizzazione dei cambi, alla quale gli Stati Uniti hanno interesse, pur di favorire il commercio internazionale. Altri, come Mr. Myers, Direttore del Servizio d’informazioni Internazionali della Libreria Americana, precisava che il progetto americano consiste nel prestare da due a tre e mezzo miliardi dal surplus d’oro alle Nazioni europee, allo scopo di stabilizzare i cambi e ricondurre il commercio alle condizioni normali. Aggiunge che, secondo tutte le probabilità, le con dizioni di questo prestito stipuleranno che i fondi debbano essere impiegati soltanto come copertura della circolazione e possano essere richiamati in oro, in caso di guerra. Il problema, che è di precipuo interesse, così per gli Stati Uniti e Inghilterra, come peri Paesi continentali europei, sembra meritevole di una larga discussione fra i competenti, per accertare: 1) se la operazione cui si accenna si mostri attuabile ed in caso negativo quale altra potreb-besi sostituire per trasferire, con vantaggio delle parti, l’oro straniero sovrabbondante, nei Paesi continentali europei; 2) la conseguenza che una tale operazione avrebbe sulla valutazione delle monete nazionali e sull’andamento dei commerci; 3) se destinandolo a copertura metallica bancaria, si potrebbe ritenere evitato un nuovo esodo dell’ oro verso il Paese di provenienza, permanendo 1’ andamento degli scambi internazionali nelle direzioni e proporzioni attuali ; 4) se può essere politicamente prudente e conveniente per gli Stati continentali europei di contrarre un debito pagabile in oro verso una Nazione straniera anche se fosse la Confederazione Americana. Non ho pretesa, Illustre Professore, che un argomento di cotanta ampiezza possa essere svolto interamente in un articolo proporzionato alle colonne del mio «Economista». Tuttavia ritengo che l’uno dei punti sopra accennati, prevalentemente svolto, od altro che Ella stimasse preferibile, possa dare occasione di manifestare il pensiero sulla questione, d’illuminare l’opinione pubblica intorno ad un problema essenziale quanto complesso, e di additare agli stessi Governi le probabilità di successo delle operazioni allo studio. Le risposte che mi perverranno saranno pubblicate nell’ « Economista » ed in volume a parte, come ebbi già a fare in occasione dell’inchiesta «Sul futuro regime dei dazi doganali» e «Sulla svalutazione legale della lira » ; del volume Le sarà riservato il numero delle copie da Lei desiderato. Ringraziandola anticipatamente della cortese adesione alla mia preghiera, le presento i sensi della mia profonda considerazione. Il Direttore M. J. de Joannis. La lettera era accompagnata dai seguenti: Appunti sulla situazione dell’oro negli Stati Uniti. Durante il primo trimestre del 1924 la posizione delle Reserve Banks e la generale situazione del credito ha continuato ad essere influenzata dalla importazione di oro dall’estero. La importazione di oro dal principio dell’anno ha raggiunto 100.000000 di dollari ed è stata più ampia che durante il primo trimestre del 1922 e del 1923. Le Banche associate hanno usato una parte di questo oro addizionale nel rimborsare una porzione degli anticipi e, in conseguenza di ciò, gli utili della Federai Reserve Bank sono diminuiti nel loro volume, in confronto coll’autunno passato e con qualunque periodo degli anni più recenti. Questa diminuzione nel volume dei prestiti non è stata la con seguenza di una ridotta domanda di credito o di una diminuita domanda di circolante. Che sia stata la i conseguenza della importazione dell’oro e non già di un cambiamento nel credito interno e nella situazione della circolazione è mostrato dal fatto che durante " il marzo 1924 i prestiti totali e gli investimenti delle Banche Associate e la carta in circolazione era approssimativamente allo stesso livello del novembre ¡j 1923. Considerata in un periodo più lungo, la influenza j della importazione dell’oro sulla domanda di credito j da parte delle Banche Associate è rilevata, alla metà |j del 1922, dal volume del credito, che ha raggiunto ¡j oltre 3 milioni di dollari, distribuiti a tutte le Bar | che Associate e dall’aumento di quasi mezzo miliardo jl della carta totale in circolazione, senza che si mostri || un corrispondente aumento negli utili delle Reserve j Bank. L’aver ricevuto, durante questo periodo, oi re n mezzo miliardo di oro dall’estero, ha portato 1. ri- ¡! serva metallica del paese al più alto livello che sia !| stato mai registrato. In mancanza di questa impor- j tazione, l’aumento di domanda di anticipazioni e di \ circolante avrebbe avuto per risultato di accrescere i prestiti delle Reserve Banks in una misura appros simativamente equivalente all’oro importato rullo stesso periodo. Il rapporto del Federai Reserve Board per l’anno 1923 dice: « Dacché le Federai Reserve Banks hanno cornili- ; «ciato le operazioni nel novembre 1914, oltre due j « miliardi di oro sono stati aggiunti allo stock di « metallo giallo che gli Stati Uniti già possedevano; ed j « è appunto l’oro proveniente dall’estero che adesso « costituisce nella massima porzione la riserva me- j; « fallica delle 12 Reserve Banks Federali. « Il primo miliardo di questo oro entrò nel paese ¡! « prima che gli Stati Uniti partecipassero alla guerr« | « Sotto la politica della concentrazione di oro, se- ¡: « guita dalle Reserve Banks durante la guerra, li cu ¡: « mulo dell’oro ricevuto durante i due anni che pre !j « cedettero l’entrata degli Stati Uniti nella guerra li « era aggiunto agli stock di oro che te Banche già ! « possedevano. Questa concentrazione formava una !!