196 L’ECONOMISTA sione agli americani ed agli inglesi dei Buoni del Tesoro, che in ragione di quella saranno a noi rimessi dal Governo tedesco. Liberata dal debito estero la situazione diviene tosto meno preoccupante, nulla avendo di minaccioso il restante debito fruttifero interno di circa 60 miliardi che muta, semplicemente la distribuzione del reddito nazionale. La sola cosa importante è di impedire che i quattro miliardi di interessi pagati ogni anno dallo Stato ai suoi creditori siano sottratti da consumi inutili o superflui alla produzione. Scongiurata simile tendenza, gravida di ¿¡anni per un paese povero di capitali, la cifra imponente del debito interno tuttora tanto sfruttata dagli irriducibili avversari della guerra, non può destare grandi inquietudini. II pubblico che intuisce la verità meglio di certi statisti lo,ha compreso. Il consolidato cinque per cento, malgrado la massa ingente e la sospesa nominatività, e la successiva temuta illegale tassazione delle cedole al portatore, che Ton. De Nava non ha voluto recisamente smentire, tende lentamente a riavvicinarsi- al prezzo di emissione, che prima della duplice minaccia aveva già superato. Ogni allarme, apparentemente giustificato da: fatto che il debito pubblico eguaglia quasi la ricchezza nazionale prebellica è irragionevole. Ciò che conta non è ¡'ammontare del patrimonio nazionale ma il suo reddito. Vi sono società commerciali che hanno contratto, con l’emissione di obbligazioni, debiti eguali al capitale versato. Non per questo sono meno di dividenti agli azionisti di altre immuni da ogni debito. Così è dello Stato anche se sovraccarico di debiti. L incremento delle imposte, conseguenza naturale della più intensa utilizzazione collettiva1 del patrimonio nazionale, accelerato dallo sviluppo tecnico e dal più intenso sforzo produttivo, renderà sempre più facile al Tesoro il servizio del debito pubblico. Per il ritorno alla prosperità. Così sarà dopo la liquidazione dell’ultima titanica lotta, se le spietate economie ed i tributi invocati dal-l’on.^ De Nava per rinforzare le fondamenta dell’edificio finanziario, tanto ingigantito dalla guerra, non sacrificheranno la produzione rinvigorita dalla graduale ricostituzione dlell’« economia europea » infranta dal conflitto immane e dal nazionalismo imperante negli stessi congressi diplomatici che hanno mostrato al mondo con quanta sapienza si possa, concludendo la pace, perpetuare la guerra. L'attuazione della proposta avanzata nelio scorso agogfo dalla- commissione permanente delle Finanze e del Tesoro di esigere una maggioranza speciale per tutte le proposte — anche di iniziativa governativa — che importino un aumento di spesa od una diminuzione di entrate, associata alla definitiva applicazione ! della riformai tributaria dell’on. Meda, testé ripresentata con opportune modificazioni dall’òn. Soleri, concorrendo insieme a frenare la prodigalità e le Tendenze dissipatrici della Camera e ad accrescere le. entrate, varranno a raggiungere lo scopo. Poco importa se le economie ed: i nuovi tributi non basteranno ancora ad arrestare subito ogni ulteriore parziale ricorso ai debiti a breve scadenza. « Se giungeremo a tramandare ai nostri figli, ai nostri nipoti, la libertà e l’indipendenza essi non potranno lagnarsi del_ glorioso retaggio quantunque gravato di pesanti debiti ». Così Camillo Cavour sebbene avverso, per Tenore dedo Stato, ad ogni disavanzo del bilancio. Sono parole che, chiudendo i conti bellici, Ton. De Nava avrebbe potuto ripetere con maggiore giustezza. Gli oneri proporzionali dei debiti contratti dall’Italia per la guerra conclusiva, che abbattendo fi millenario impero absburghese, diede ad essa preziose città sorelle, baluardi montani inespugnabili ed a'popoli sconosciuti e sconoscenti, l’indipendenza nazionale, adottando l’eroica »politica finanziaria della maggioranza cavouriana, diverranno, come dopo il 25 giugno-2 luglio 1922 — N. 2512-13 1866, sempre minori. La prosperità finanziaria meno insidiata da nói che in Francia, dove per saivare te finanze il relatore della Giunta del Bilancio, Ton. Bokanowski, propone perfino, forma elegante di fallimento, la svalutazione del franco, non tarderà fra qualche anno a ricomparire. Una politica liberista aliena da ogni uso di prezzi politica (là perdita sopportata dallo Stato per cereali importad e per cereali requisiti ammontò dal 1914-15 a tutto l’esercizio 1919-20 alla cifra di 14 miliardi e 543 milioni, coperti con altrettanti debiti) ; sorretta da una nuova orientazione del socialismo, i! quale ora sospinge le masse distolte dal Lavoro, verso la conquista dell ’impossibile ; accompagnata dalla piena restaurazione dell ’economia europea, contrastata dal-Timperialismo, dal particolarismo', dal comunismo, ridarà anche alle finanze italiche la solidità granitica del decennio anteriore alla guerra libica. La mèta, qualora si sappia spendere a tempo ed economizzare sul vivo, non è lontana ma la via per giungervi tutta in salita. Manche importa alla stirpe italica, compatta e industre, abbellita dalla dignità dello sforzo vittorioso, compiuto più per gli altri che per sè stessa, la rude fatica? La storia non è fatalismo ma volontà. RIVISTA BIBLIOGRAFICA Fra i libri. 1. Io vorrei consigliare a tutti i colleghi, che insegnano statistica nelle scuole medie (istituti tecnici e commerciali), dii mettersi d’accordo coi colleghi di storia e geografìa ed invogliare gli alunni a comperare il calendario atlante De Agostini (Istituto geografico, Novara, 1922, L. 5). D’altro canto vorrei consigliare la casa editrice ¡di arricchire sempre ¡più il libro di dati statistici, in maniera che l’uso di esso possa sostituire quella parte deH’insegnamento della statistica, che comunemente chiamasi’ statistica espositrice. Noi potremmo ridurci ad adottare solo un manualetto di Metodologia1, che resta fondamentalmente la stessa, mentre la parte espositrice, che cambia continuamente, avrebbe la sua esposizione annuale nel volumetto del De Agostini. Raggiungeremo anche il vantaggio di ricollegare le due materie, come è richiesto dai regolamenti e come è urgente necessità in tutta la scuola media. 2. La società tipografica editrice siciliana di Catania pubblica gli elementi di statistica per le scuole medie di commercio e di ragioneria di Mario Gu-glielmino (ipag. 135, L. 5), che ha almeno il vantaggio di essere assai breve, facile e semplice. Anche la disposizione della materia è notevole. 3. La società editrice La Poligrafica Nazionale di Roma (via Cicerone, Sb^pubiblica gli elementi di diritto commerciale del prof' Roberto Agosti (pag. 608, L. 30). L’autore è già noto agli studiosi : ma questa è opera pratica e veramente utilissima, perchè corredata di formularii e moduli, che rendono vivo il diritto, troppo spesso insegnaito astrattamente anche nelle scuole medie, dove è insegnamento ausiliario di nozioni ¡professionali. 4. A. De Vito Tommaso, che ha dedicato una vita di studio e di cure affettuose alla statistica dei consumi familiari, pubblica ora ¡pei tipi di Silvio Morano (Napoli, via S. Sebastiano, n. 48) un magnifico volume, illustrato d:a quel valente artista che è Duilio Cambelloti, col titolo «Il libro della casa», rubrica per materia dei consumi familiari a scrutinio automatico. Il volume esce dalla sezione di economia domestica del R. Istituto di istruzione professionale femminile in Napoli ed è veramente il libro che dovrebbe trovar! in ogni famiglia, per segnare tutte le spese e tutti i consumi che giornalmente si fanno. Come ben dice Tautrice, non è un’agenda, ma una