728 Luigi Einaudi, Diario 1945-1947 Badoglio, Pietro (1871-1956) Promosso maggiore generale nell’agosto 1916, comandante del XXVII corpo d’armata nella battaglia di Caporetto, l’8 novembre 1917 fu nominato sottocapo di stato maggiore. Senatore del Regno dal febbraio 1919, nel 1923-24 fu ambasciatore straordinario in Brasile e dal maggio 1925 al dicembre 1940 capo di stato maggiore dell’esercito. Maresciallo d’Italia dal febbraio 1927, governatore della Tripolitania e Cirenaica dal 1928 al 1934, sostituì il quadrumviro Emilio De Bono nel comando della guerra in Etiopia. Presidente del Cnr nel 1927, alla caduta di Mussolini fu chiamato dal re alla guida del governo, che mantenne fino alla liberazione di Roma, nel giugno 1944. Baffi, Paolo (1911-1989) Bocconiano, fu assistente del prof. Mortara alla cattedra di statistica della «Bocconi» dal 1933 al 1936. In quell’anno entrò in Banca d’Italia assegnato al Servizio studi, che diresse dal 1944 al 1956; collaborò con Einaudi alla messa a punto della politica di stabilizzazione e compì numerose missioni nell’interesse del governo e della Banca. Consigliere economico della Banca d’Italia nel 1956, direttore generale nel 1960, governatore dall’agosto 1975 all’ottobre 1979. Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei dal 1972, fu presidente della Società italiana degli economisti dal 1980 al 1982. Presidente dell’Ente Einaudi dal 1979 alla morte. Barbieri, Pietro (1893-1963) Antifascista, durante l’occupazione nazista della capitale la sua casa di via Cernaia fu luogo di riunioni clandestine del Cln. Dopo la Liberazione intrattenne rapporti assidui con intellettuali e politici dei diversi schieramenti. Aiutante di studio nella S. Congregazione della disciplina dei sacramenti presso la Santa Sede, fece parte del consiglio superiore della Pubblica istruzione e fu commentatore del Vangelo alla radio dal 1944 al 1955. Nel 1945 fondò la rivista «Idea», alla quale collaborò anche E. Bertone, Giovanni Battista (1874-1969) Avvocato, fu tra i fondatori del Partito popolare italiano, per il quale fu deputato dal 1919 al 1926 e ministro delle Finanze nei governi Facta. Ritiratosi a vita privata durante il fascismo, partecipò nel 1942 alla ricostituzione della De. Membro della Consulta, deputato alla Costituente, subentrò a Corbino — dimessosi il 18 settembre 1946 — come ministro del Tesoro nel II governo De Gasperi. Senatore di diritto nella I legislatura, fu rieletto nel 1953, 1958 e 1963; fu ministro del Commercio con l’estero e ad interim dell’Industria e commercio nel V De Gasperi.