LXXVIII A. VIARENGO turalmente la proposta - alla quale la commissione parlamentare ne aggiunse una propria, che conservava, sia pure agevolandola, la necessità della richiesta della parte offesa e interveniva anch'essa sulla giuria incaricata del giudizio, poteva essere vista - e lo fu - anche come un primo passo verso una politica di compressione. Cavour, dal canto suo, che pur aveva ormai stretto un accordo politico con il centro-sinistro, non poteva certo non appoggiare una iniziativa della quale era convinto, e che partiva dal governo del quale era ministro. Fu così che quella che potremmo chiamare una apertura a sinistra avvenne con un cedimento del centro-sinistro alla volontà conservatrice del governo, sostenuta da una negativa congiuntura politica internazionale. Il primo centro-sinistra della storia italiana nacque dunque fortemente condizionato dall'esterno. Di più, l'accordo venne annunciato nel contesto di un disaccordo, presentato come l'ultimo, tra le due forze parlamentari che stavano confluendo. Rattazzi, infatti, non poteva certo accettare le modifiche proposte senza un grave danno politico. L'accordo con Cavour sarebbe allora sembrato un completo cedimento alle posizioni dei moderati, su un terreno delicatissimo. Appena pochi giorni prima, la «Croce di Savoia» era infatti tornata a ribadire l'esistenza, nella Camera, di una potenziale maggioranza, «considerevole e francamente liberale», che si sarebbe certamente posta a sostegno del ministero se questo avesse dimostrato di saper resistere alle pressioni delle potenze conservatrici ed a quelle dei reazionari interni192. La legge che era ora sottoposta ai deputati andava nel senso esattamente opposto. Per di più, tra i bisbigli da sinistra, Cavour aveva posto assai chiaramente la questione di fiducia sul provvedimento193. Gli attacchi dell'opposizione furono avviati dal Pescatore e dal Tecchio, che accusò il governo di agire su pressione straniera, obbligando l'Azeglio ad una smentita indignata194. Ovviamente, però, l'in- VIII, VI delle discussioni della Camera dei deputati, dal 19 gennaio al 27 febbraio 1852, Firenze, Eredi Botta, 1866, p. 4054, per i riferimenti alla legge sulla stampa del 26 marzo 1848 inseriti in parentesi si veda G. Lazzaro, La libertà di stampa in Italia. Dall'editto albertino alle norme vigenti, Milano, 1969, appendice I, p. 187). 192 Cfr. Ancora timori e pericoli, in «Croce di Savoia», a. I, 1° febbraio 1852. 193 Cfr. APS Sessione del 1851, dal 23 novembre 1850 al 21 febbraio 1852, cit., voi. Vili, VI delle discussioni della Camera dei deputati, dal 19 gennaio al21 febbraio 1852, Sessione del 1851, cit., p. 4058. 194Ibid., p. 4060.