CARTEGGIO 1855
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470. Giuseppe Regaldi1 a Valerio (Torino, 12 ottobre 1855)
Torino (Albergo del Moretto) 12 ottobre 1855
Chiarissimo amico,
vi mando le due prime dispense de' miei canti alle quali seguiranno altre sei o sette, che riceverete in segno dell'amicizia e della stima che vi porto. Se vorrete farne un cenno nel «Diritto»2, mi farete onore ed utilità, perché vado di citta in città pellegrino a procacciare firme di associazione alla mia opera; non avendo trovato altro modo per pubblicare il frutto de' miei studi e delle mie pellegrinazioni.
Bramerei leggere i giornali joni che si levarono contro la fama del Tommaseo3, perché scrivendo io delle isole jonie, credo mio debito, come italiano, di associarmi agli ammiratori di quel valent'uomo, che nel libro II supplizio d'un italiano4 ha con stupende pagine preso a difendere l'italianità vulnerata nelle isole.
Amo i Greci, non le loro iniquità. Vi dissi ier sera e vi ripeto. Se potete darmi a leggere i giornali joni accennati, vi sarò gratissimo.
Vi ringrazio delle profferte fattemi per l'America5 che accetto; vado ordinando le mie faccende dell'edizione, le sole che mi facciano ritardare la partenza.
470. TBP, XVI, 35, 1.	, ,
1.	Giuseppe Regaldi (1809-1883), di Novara. Aveva frequentato la Facolta di Giurisprudenza presso l'università di Torino, senza peraltro concludere gli studi. Raggiunse in breve tempo una notevole fama come improvvisatore, attività che lo portò a dare spettacoli in tutta Italia ed in mezza Europa. I suoi spostamenti vennero limitati, dopo il 48-49, dal non gradimento degli Stati conservatori per le sue idee patriottiche. Viaggiò allora per tre anni in Oriente, attraverso la Grecia, l'Egitto, l'Asia Minore. Nel 1853 era tornato in Piemonte. I suoi Canti conobbero un buon successo, nel 1858 erano alla decima edizione. Vittorio Emanuele II gli concederà una pensione. Dopo l'unità insegnerà nelle università di Cagliari e di Bologna. In quest'ultima sede avrà come collega il Carducci e come allievo il Pascoli.
2.	Un breve annuncio in merito venne pubblicato dal «Diritto» due giorni dopo (a. II, n. 244, 14 ottobre 1855).
3.	Non abbiamo reperito altre informazioni in proposito. Va però ricordato che Tommaseo si era schierato, sin dal 1853, contro la Russia, allo scoppio delle ostilità tra questa e l'impero ottomano. Ciò l'aveva reso assai impopolare a Corfù, dove si trovava in esilio. La popolazione locale, infatti, greca e ortodossa, era chiaramente antiottomana e filorussa. L'ostilità che cresceva contro di lui indusse Tommaseo a lasciare l'isola. La pubblicazione del Supplizio aveva suscitato forti reazioni antiita-liane nella comunità corfiriota (cfr. anche lett. 424).
4.	Sul II supplizio d'un italiano a Corfù cfr., supra, lett. 439.
5.	Non abbiamo altre indicazioni in merito a queste «profferte» del Valerio. Forse di una presentazione al fratello Giuseppe.