14 L. VALERIO Ama il tuo affezionatissimo amico G. Montanelli Passage de la Madeleine, n. 6. P.S. Oggi ritornano in campo le solite voci d'un colpo di stato. Il sequestro della «Presse»14 ha qualche significato. In generale però si ritiene che un tentativo di questo genere non avrebbe nessuna possibilità di successo. [ A tergo:] Monsieur, monsieur Lorenzo Valerio, député au Parle-ment piémontais. Turin-Piémont. 8. Valerio a Giovan Battista Cevasco1 (Torino, 19 gennaio 1850) Torino, 19 gennaio 1850 Fratello, anche qui i pretoriani tentarono i loro soprusi e vollero ciò che ottennero in Genova, cioè mettere la musoliera alla stampa. Dopo la pubblicazione della tua lettera e delle righe che scrissi io stesso2, un sergente dei pretoriani, a nome di tutti i sott'officiali (sic), mi scrisse una lettera insolentissima e minaccevole, chiedendone entro tre giorni la stampa ed imponendomi di non mai più dire parole di quel corpo. Io cominciai per munire me ed i miei collaboratori di buone pistole e di buoni bastoni, poscia, invece di stampare la lettera la trasmisi per copia al Ministro della guerra3, aspettando gli eventi. Ieri, giorno in cui scadeva il termine comminato, un maggiore del corpo passeggiò conti- 14. Su questo giornale parigino cfr. Ili, lett. 10, nota 5. 8. GIM, Archivio Cevasco, n. 392. Carta intestata «Direzione del giornale 'La Concordia'». La data reca erroneamente il millesimo «1849», corretto d'altra mano. Le sottolineature sono nel testo. 1. Sul Cevasco, amico e corrispondente genovese del Valerio, cfr. II, lett. 353, nota 1. 2. Valerio si riferisce alla corrispondenza da Genova, pubblicata anonima ma evidentemente del Cevasco, nella quale si riferiva di scontri tra soldati di linea e bersaglieri nel capoluogo ligure («La Concordia», a. Ili, n. 6, 7 gennaio 1850). Sulla vicenda cfr. anche, infra, lett. 10, nota 2. Il termine «pretoriani» è riferito ai bersaglieri, che Valerio considerava quasi una milizia dei Lamarmora. 3. Ministro di Guerra e Marina era, dal 2 novembre 1849, Alfonso Ferrerò della Marmora (sul quale cfr. Ili, lett. 317, nota 5).