essere chiaro era che "gli spending Departments non potranno contare, come avveniva nel passato, su stanziamenti supplementari (...) oltre i cash limits" (6). Riassumendo, si può quindi dire che i cash limits si sovrapposero al sistema PESC preesistente: il processo programmatorio delle surveys e dei Libri Bianchi descritto precedentemente restava, da un punto di vista formale, immutato; si aggiungeva all'inizio di ogni anno finanziario (in aprile) la pubblicazione di un altro Libro Bianco contenente i cash limits sulla spesa di quell'anno finanziario (l'anno 2 del Libro Bianco con le previsioni pluriennali pubblicato circa due mesi prima) (7). L'inserimento nel processo di questo ulteriore momento rappresenta tuttavia una rilevante novità per il sistema: era l'introduzione di quell'elemento di controllo di breve periodo sulla spesa monetaria che fino ad allora nel PESC era stato praticamente assente. Nello stesso tempo i cash limits e l'impegno a rispettarli significavano che l'onere derivante dall'incertezza sul movimento futuro dei prezzi si sarebbe scaricato sui singoli centri di spesa e non più sull'autorità centrale. Nei primi anni di funzionamento dei cash limits il Treasury teneva a sottolineare che i principi del sistema di programmazione della spesa restavano immutati rispetto al vecchio PESC. In effetti, almeno all'inizio, era possibile interpretare i cash limits come una risposta all'esigenza, resa particolarmente pressante da un'inflazione superiore al 20% annuo, di separare gli aspetti di programmazione da quelli di .92