LA RIFORMA ELETTORALE DEL 1882 IN ROMAGNA
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       diverse località vi furono infatti pronunciamenti astensionisti dei re-pubblicani, primo fra tutti quello della Consociazione di Ravenna 107.
           Sull’altro versante del campo democratico i candidati democraticoradicali, privi di strutture organizzative proprie, si trovarono in una condizione di « frontiera », fra quei progressisti non ministeriali e quei repubblicani dei quali avevano bisogno per essere eletti, non avendo neanche, a differenza dei radicali milanesi108, una base considerevole tra i ceti operai. Una conseguenza di questo stato di cose fu la formulazione di programmi spesso disomogenei e tesi a raccogliere il massimo di un consenso differenziato 109. Accanto a manifestazioni pubbliche nelle quali si presentavano il programma ed i candidati della lista radicale, furono i periodici democratici ed i « numeri unici » d’occasione gli altri più importanti strumenti di propaganda e di formazione del consenso. Nell’ambito di una proclamata attenzione al tema della « questione sociale », ed in riferimento alle posizioni parlamentari dell’Estrema Sinistra, si riprese larga parte dei temi abituali del movimento democratico italiano inseriti nel programma dell’Unione democratica romagnola; e ciò anche dove, come a Forlì, ci si presentò in modo autonomo dai socialisti no.
           Nel campo monarchico-liberale lo svolgimento della mobilitazione elettorale, che sviluppò contatti più ristretti, spesso di natura personale tra i notabili locali, e che quindi non coinvolse larghi strati popolari come nel caso dei socialisti e, in maniera minore, anche dei radicali, avvenne soprattutto attraverso la stampa periodica e la pubblica presentazione di liste e programmi nei capoluoghi di collegio. Il tema della « ricomposizione » e dell’unione delle due ali del liberalismo romagnolo rappresentò il nucleo attorno al quale si dispiegò l’agitazione elettorale. Dirompente risultò, a questo proposito, l’effetto del discorso pronunciato da Depretis a Stradella l’8 ottobre. Raccogliendo i frutti dell’azione di sei anni di governo della Sinistra e nel chiudere un’epoca di iniziative riformatrici, Depretis, rifacendosi alle « trasformazioni dei partiti » di cui con insistenza si parlava, sostenne di non poter impedire a chi volesse
             107.      Cfr. Consociazione repubblicana ravennate, « Il Sole dell’avvenire », a. 1, n. 5, 30 settembre 1882. A Rimini i mazziniani intransigenti, pur dichiarandosi astensionisti per principio, decisero di andare alle urne per votare il candidato di protesta Amilcare Cipriani; cfr. Agli elettori liberi ed indipendenti della provincia di Forlì, Rimini, Tip. Danesi, 25 ottobre 1882.
             108. Cfr. G. Carocci cit., pp. 279-280.
             109.      Cfr. il programma comune dei candidati del collegio di Forlì, in « Il Cittadino romagnolo », a. 1, n. 35, 27 ottobre 1882.
             no. Cfr. A. Fortis, Agli elettori politici della circoscrizione di Forlì, Forlì, Tip. Democratica, 24 ottobre 1882 e L’on. Ferrari ai suoi elettori, « Voce di Romagna » (Ravenna), a. 1, n. io, 18 ottobre 1882.