UNO SCRITTO INEDITO 423 in cui ricordava dei dettagli di costume e sull’integrazione economica degli italiani nei quartieri nuovi ed ordinati delle megalopoli americane5. L’articolo dice poco sul mondo universitario, a parte una memoria su un pranzo o cena all’Università di Chicago, del 24 maggio o del 27 maggio, con lo stesso prof. Jacob Viner che è al centro del ricordo sugli studenti, l’opportunità degli studi universitari per i giovani americani, la crescita indefinita del sistema universitario. 2. Il testo della lezione riprende una serie di osservazioni che Einaudi aveva già fatto altrove e che vennero riprese in seguito in tema di storia dell’agricoltura e storia del territorio nazionale. Il testo venne pensato subito per un pubblico americano: i valori dei suoli e della produzione agricola venivano dati in dollari nell’originale italiano ed inglese e riproducono la situazione descritta dalle Statistiche del 1924. Rapporto tra scarsità del suolo agrario in Italia, alto rapporto della popolazione per kmq (allora 125 abitanti), fecondità della terra e lavoro contadino. Le istituzioni agrarie che ne risultano e permettono l’alta produttività dei suoli furono sin dall’inizio il prodotto dell’applicazione del lavoro a situazioni inizialmente sfavorevoli. La conferenza di Einaudi trattava due dei temi che stavano più a cuore al suo autore e che più facilmente potevano suscitare interesse per il viaggiatore statunitense in giro per la penisola: la costruzione del paesaggio come opera e prodotto del lavoro contadino ed il regime ereditario che rese possibile la creazione di questo bene capitale attraverso i secoli; le istituzioni fondiarie che hanno mantenuto e difeso i risultati del lavoro contadino. Il «bel paesaggio all’italiana», i resti archeologici e la storia dell’arte italiana erano i momenti di maggior interesse per il visitatore straniero che identificava la penisola con le sue bellezze naturali ed i suoi beni artistici. Il confronto con il paesaggio di tanti quadri del rinascimento italiano (visti dal vero ed in riproduzione fotografica) stava diventando un avvenimento sempre più attuale negli anni venti per quel pubblico colto d’oltreoceano che si apriva all’Italia (ed all’Europa) dopo la guerra mondiale: il soggiorno fiorentino ed il viaggio in Italia degli americani non era più patrimonio dei pochi eletti che imitavano la più antica e più fitta 5. Vedi Luigi Einaudi, Ricordi di viaggio di un tempo lontano, «Il Mondo», 10 marzo 1951 (parla di un taccuino di viaggio tenuto durante il viaggio tra maggio e luglio 1926 tra New York e San Francisco. Gli appunti vennero rielaborati «sei o sette anni addietro» per una rivista che non uscì e comparvero a stampa solo nel 1951).