300 ALESSANDRO VOLPI i firmatari di effetti indirizzati all’istituto, di cui già godevano le preesistenti casse. In pratica, tuttavia, l’attività emissiva cartacea della banca senese risultò quasi totalmente sterile data l’inconsistenza del tempo di circolazione medio del singolo biglietto che «appena emesso dalla banca le veniva immediatamente presentato per il baratto»65, e fu quindi sostituita dalla produzione di buoni di cassa, scambiabili per semplice girata, destinati a rappresentare i depositi effettuati presso la cassa di sconto. Questa istituzione infatti, diversamente da quella fiorentina e da quella livornese, che operavano solo sul capitale sociale, raccoglieva depositi, per versamenti singoli da 100 fino a 300 mila lire, indirizzandoli poi in aperture di credito in conto corrente per iscritti nel castelletto fiduciario, nello sconto cambiario a due firme, per una durata non superiore ai quattro mesi, ed in anticipazioni su pegno di mercanzie e derrate66. La scelta del termine quadrimestrale per lo sconto provocò numerose reazioni contrarie alla cassa da parte degli appartenenti ai settori più tradizionali della proprietà terriera, che pretendevano tempi di fido più lunghi, e costrinsero i fondatori del nuovo istituto a specificarne le finalità tipicamente commerciali e manifatturiere, per le quali l’esigenza primaria era costituita dalla facilità 65. L. Serristori, Delle banche toscane di sconto cit., p. 198. «Dal governo fu accordato di potere emettere biglietti per una somma doppia (300 mila lire) del tenue capitale sociale. Inutile cosa doveva riuscire una tale concessione, perché i biglietti non riavuti da alcuna pubblica cassa, appena emessi le venivano immediatamente presentati per il baratto. Tali emissioni di biglietti in simili circostanze non sono che una mera perdita di tempo per tutti. I buoni di cassa sono solo i biglietti utili al pubblico ed alla banca; rilasciansi ai depositanti, i quali liberamente possono negoziarli come meglio loro conviene, rappresentando capitali effettivi impiegati nello sconto». Sulle vicende della cassa di sconto senese, oltre che negli studi generali già ricordati, numerose notizie in: V. BuONSIGNORI, Sulla condizione civile ed economica della città di Siena al 1857, Siena, 1857 e dello stesso autore, che ricoprì nell’organigramma della cassa la funzione di bilanciere praticamente per tutta la sua durata, Siena contemporanea, ossia descrizione degli istituti di beneficenza, d’economia, d’istruzione pubblica ivi creati dopo il 1814, Siena, 1844, p. 19. Una descrizione della nascita della cassa, con numerose indicazioni biografiche sui suoi fondatori, Bandini e Serristori, è contenuta in G. Catoni, Un treno per Siena. La strada ferrata centrale toscana dal 1844 al 1865, Siena, Pistoiesi, 1981, pp. 15-20. 66. I. Sonnleithner, Scienza del commercio cit. Anche a Siena, come a Livorno, uno dei firmatari della tratta scontata doveva essere, obbligatoriamente, domiciliato in città o nelle comunità comprese nel «governo di Siena».