CARLO AMORETTI E IL GIORNALISMO SCIENTIFICO 201 degli «Opuscoli»124. Il giornale documentò anche la violenta polemica tra Hunter e Spallanzani sul problema della digestione125. Uno dei meriti della rivista fu di recuperare il nome e l’opera di un naturalista italiano dimenticato, Giacinto Cestoni, l’allievo irregolare di Redi e Vallisneri, le cui esperienze sulla generazione delle pulci e sulla partenogenesi degli afidi (gli insetti dei cavoli) erano rimaste pressoché sconosciute per più di mezzo secolo, sino a quando non furono riprese in Francia da Réaumur. A questo «uomo senza maestro e senza studio», a questo «speziale senza lettere» (come viene descritto dal giornale) gli «Opuscoli» dedicano quasi un’intera annata traendo le memorie dagli originali manoscritti del lascito Vallisneri che era in possesso dello speziale milanese Paolo Sangiorgio126. Degli scritti di naturalisti italiani contemporanei andrà ricordata la discussione tra Alberto Fortis e Gian Domenico Testa intorno ai pesci fossili del Bolca, uno dei capitoli più importanti degli esordi della paleontologia moderna in Italia127. 124. Nel numerò VI del 1783 compare anche un breve estratto dell’agronomo francese Duhamel de Monceau sulla fecondazione dei pesci. Sul senso delle esperienze di Spallanzani sono da vedere le belle pagine di Jean Rostand, Lazzaro Spallanzani e le origini della biologia sperimentale, Torino, Einaudi, 1963, cap. XIII. Tra i numerosi estratti da scritti spallanzaniani ospitati dal giornale sono da ricordare quelli sulla fecondazione della torpedine (VI, 1783) e sull’orientamento dei pipistrelli (XVIII, 1795). È interessante ricordare che Amoretti pensò a un’edizione dei diari di viaggio a Costantinopoli di Spallanzani (cfr. la sua lettera al fratello di Spallanzani, Niccolò, del 17 agosto 1799: Modena, B. Estense, «Autografoteca Campori», busta Amoretti). Il progetto, che doveva essere realizzato da Galeazzi, non andò in porto e il diario vide la luce, come è noto, solo nel 1888 (Torino, Bocca). 125. Transunto delle osservazioni sulla digestione di Giovanni Hunter, « Opuscoli», X, 1787, a cui Spallanzani rispose con una lunga Lettera apologetica in due parti comparsa nel tomo successivo. 126. «Opuscoli», X, 1787, pp. 149-172,245-276, 325-341, 365-379 (la citazione è da p. 274). Su Cestoni (Montegiorgio, Ascoli Piceno 1637-Livorno 1718) vedi la voce del D.B.I., voi. XXIV, pp. 298-301, a firma di Ugo Baldini. Per la storia editoriale cfr. Vlntroduzione di Silvestro Baglioni all’Epistolario ad Antonio Vallisneri del Cestoni (Roma, Reale Accademia d’Italia, 1940-1941, voi. I, pp. 11-13). 127. Cfr. «Opuscoli», XVI, 1793, Lettera di Fortis sopra i pesci ischeletriti seguita da una Lettera in risposta di Testa, a cui succedettero la replica e la controreplica dei due (ivi). Sia Fortis sia Testa combattevano la vecchia tesi diluvialista difesa da Vincenzo Bozza, da Serafino Volta e in generale dal mondo accademico veronese. I due erano divisi sull’analisi geologica dei fossili: Testa attribuiva l’origine del «cimitero» dei pesci a un’eruzione vulcanica, mentre Fortis insisteva sul suo carattere sedimentario. Sul tema cfr. i due contributi di Lorenzo Sorbini, I fossili di Bolca (Verona, Corev, 1972); La collezione Baja di pesci e piante fossili di Bolca (ivi, Museo Civico di storia naturale, 1983). Da ultimo vedi lo scritto di Krzysztof Pomian nella Storia della cultura veneta, Venezia, Neri Pozza, 1986, voi. V, tomo II (Collezionisti d’arte e di curiosità naturali, alle pp. 49-51).