Stefano Fachin
                 Disturbi dell’offerta e dinamica dell’occupazione in una piccola economia aperta
INTRODUZIONE.
    Lo scopo principale di questo saggio1 è quello di analizzare il comportamento dell’occupazione di una tipica economia europea in presenza di disturbi reali dell’offerta. A questo scopo verrà sviluppato un semplice modello monosettoriale di breve periodo, da cui verrà derivata una funzione dell’occupazione. Nel corso dell’analisi le caratteristiche dell’economia italiana verranno tenute particolarmente presenti; tuttavia, si spera di mantenere un grado di generalità abbastanza elevato all’interno della classe delle piccole economie aperte.
    L’analisi sarà di impostazione keynesiana tradizionale: considereremo infatti una economia considerevolmente al di sotto del pieno impiego e con vaste riserve di capacità produttiva inutilizzata. In altre parole, lo scenario di riferimento sarà quello degli anni ’70-’80, piuttosto che ’50-’60.
    L’economia considerata è industrializzata, con struttura di mercato oligopolistica. Poiché è una «piccola» economia, per definizione non è in grado di influenzare i prezzi esteri, né quelli delle materie prime, né quelli dei manufatti. L’economia importa tutto il proprio fabbisogno di materie prime, e produce un unico bene, commerciato sui mercati internazionali (mercato interno e esportazioni), ed usato sia per consumo che 1
     1. Questo saggio fa parte della mia tesi di Ph.D. in svolgimento, grazie al generoso aiuto finanziario della Fondazione «L. Einaudi», presso 1 Università di Cambridge (GB). Sono perciò innanzitutto indebitato con il mio relatore, Dr. G. Harcourt, che mi ha pazientemente guidato lungo tutta la durata del lavoro. Ringrazio anche i partecipanti al «Gruppo di lavoro post-keynesiano», in special modo S. De Stefanis. Infine, un ringraziamento particolare al dott. R. Valcamonici, un cui suggerimento ha inizialmente suscitato il mio interesse in questo soggetto.