CARLO AMORETTI E IL GIORNALISMO SCIENTIFICO 181 Diffìcile, s’è detto, documentare puntualmente la misura della collaborazione di Amoretti alla «Gazzetta». Sembra però di capire da una sua lettera a Lazzaro Spallanzani che negli ultimi anni egli ne fosse il responsabile32. Sue, con ogni probabilità, le segnalazioni dei libri di Spallanzani, in cui si espongono i termini della polemica tra il naturalista italiano e Needham sul tema della cosiddetta «generazione spontanea»: e qui si legava la posizione di Needham alla (criticata) filosofia materialista33. Tra le recensioni d’argomento naturalistico sono da ricordare le puntuali menzioni (a partire dal numero 13 del 25 marzo 1772) della traduzione italiana dell’Histoire naturelle des oiseaux di Buffon (che fu, tra l’altro, uno dei migliori affari realizzati da Galeazzi)34. Uno spazio via via maggiore conquistano nella «Gazzetta» i libri di argomento agronomico. Veniva segnalata la ristampa d’una grande opera della tradizione agronomica italiana, il Ricordo d’agricoltura di Camillo Tarello: se ne esponeva il contenuto e lo si definiva uno dei «pochissimi libri» italiani d’agricoltura «che si possano dir buoni», anche se si ironizzava su certi residui superstiziosi che il curatore moderno non si era sentito di «screditare» o «deridere»: «Il Tarello era uomo di buona fede; e tondo di pelo; e i nostri antichi correvano un po’ troppo dietro a quel falso maraviglioso, che intertiene gli sciocchi»35. Il giornale seguiva anche la letteratura agronomica italiana contemporanea: del voluminoso Dizionario universale economico-rustico diretto dallo scolopio lombardo Glicerio Fontana veniva criticato a fondo il persistere (anche qui) di spiegazioni che avevano del magico; in particolare, così si commentava l’articolo Luna in cui l’autore dava credito alle opinioni popolari intorno agli influssi lunari sulla salute e sull’«economia vegetale»: «[...] sono in positura d’asserire, che la luna non serve in campagna, che a rischiarare quand’è oscuro [...]. So che a questa proposizione si darà da più pp. 36-44. Scrisse segnalazioni da Palermo per la «Gazzetta» Isidoro Bianchi (v. la voce I. Bianchi del D.B.I., voi. X, p. 134, a firma di Franco Venturi). 32. Modena, B. Estense, lettera di Amoretti a L. Spallanzani deÜ’8 febbraio 1777 («Autografoteca Campori», busta Amoretti). Amoretti fra l’altro confessava: «Il dover ogni settimana pensare a scrivere un foglio di “Gazzetta” era troppa penosa schiavitù. Altronde la necessità obbligava a copiare molte cose, di cui i lettori m’avranno sovente saputo poco grado». 33. «G.L.», n. 19, 8 maggio 1776. Il volume secondo dell’opera di Spallanzani è recensito nel n. 23 del 5 giugno 1776. Una segnalazione di un tardo seguace italiano di Needham è invece nella «Scelta di opuscoli» curata da Amoretti (per cui vedi infra), n. XXVI del 1777: Filippo Puri, Sopra la putredine, e riproduzione de’ corpi organizzati, Roma, Salvioni, 1776. 34. Cfr. la lettera di Pietro Verri al fratello del 3 giugno 1770, Carteggio cit., voi. Ili, p. 326. 35. «G.L.», n. 47, 24 novembre 1773, p. 370: è la più importante edizione settecentesca del libro di Tarello, a cura di Gian Francesco Scottoni (l’edizione più recente è quella a cura di Marino Berengo, Torino, Einaudi, 1975).