L’ALTO CLERO TOSCANO DAL «VIVA MARIA» ALLA CADUTA DI NAPOLEONE 259
dell’immagine della Vergine Advocata Senentium38. Altri ordinari non si discostano dal predicare il dovere cristiano della sottomissione alle autorità che la Provvidenza destina al governo dei popoli39.
    Pur nelle rilevanti differenze messe in luce da questi documenti, rimane comunque il dato della omogeneità nel modo di presentare al popolo l’autorità politica e quindi della disponibilità dell’episcopato, almeno assicurate certe precondizioni di ordine materiale e spirituale, ad organizzare il consenso per ogni nuovo assetto politico. Non dissimile era stata la posizione assunta dagli altri vescovi italiani nella stessa situazione, anche se i toscani si manterranno su posizioni di prudente attendismo, senza impegnarsi, anche per la brevità dell’occupazione, nei tentativi di ricomposizione dei princìpi democratici e libertari del cristianesimo, che invece caratterizzerà la famosa pastorale del Natale 1797 di Barnaba Chiaramonti ad Imola; di riscatto delle classi più umili e sottomesse per il tramite dei nuovi principi di eguaglianza e libertà come in quella pubblicata nel ’99 da Bernardo Della Torre vescovo di Lettere e Gragnano; o ancor meno di sganciamento del cristianesimo da ogni rapporto strutturale con il potere, sì da poter vivere da cristiani sotto ogni regime, come aveva sostenuto il vescovo bergamasco Dolfin nel 179840.
    Negli «anni francesi» le funzioni di organizzazione del consenso e controllo sociale cessarono di essere il corrispettivo dell’obbligo dello Stato di proteggere e garantire le «libertà» della Chiesa, per assumere la forma di un dovere civico dei vescovi verso il sovrano, richiesto e regolamentato minuziosamente dalla potestà pubblica. Il riconoscimento e la valorizzazione della «utilità sociale della religione»,
     38     Vedi AAS, Leggi e decreti, f. 6486, Edictorum liber VI, cc. 37v-38v, che riportano in forma stringata gli avvenimenti dal 28 giugno, giorno di entrata degli aretini a Siena, al 6 luglio, giorno successivo alla resa del presidio francese della fortezza. Su questi avvenimenti vedi ora: G. Chironi e L. Nardi, Siena nel 1799, in: La Toscana e la rivoluzione francese cit., pp. 379-420.
     39     Pastorale di Costaguti, S. Sepolcro, [...] aprile 1799, in Archivio Diocesano S. Sepolcro, Vescovi 11, fase. 1; pastorale di Falchi Picchinesi, Pistoia, 9 aprile 1799, in BCFP, sala VII, 9.1.22.f. Q; pastorale di Bruno Fazzi, S. Miniato, 15 aprile 1799, in ACVS.Mn, Circolari. Tutte regestate in: Lettere pastorali dei vescovi della Toscana, ad nomen diocesis. G. Beani (I vescovi di Pistoia e Prato cit., pp. 167-168) riferisce di un’altra pastorale di mons. Falchi, dai contenuti analoghi a quella del 4 aprile, emessa il giorno 16 dello stesso mese su richiesta del generale Gaultier.
     40     Vedi D. Menozzi, Le chiese italiane e la rivoluzione: il caso di Bologna, in: La chiesa italiana e la Rivoluzione francese, Bologna, EDB, 1990, pp. 121-179; Id., I vescovi dalla Rivoluzione all’Unità cit., e M.A. Tallarico, Il vescovo B. Della Torre e i rapporti stato-chiesa nel decennio francese a Napoli (1806-1815), «Annuario dell’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea», XXVH-XXVHI, 1975-76, pp. 133-397, le pp. 190-195.