PREMESSA ANTONELLA EMINA Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile (IRCrES-CNR) Le cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti che costituiscono questo volume raccontano i bisogni primari e le espressioni di una società povera e semplice, che nel mangiare e nel bere vede principalmente mezzi di sopravvivenza al cui conseguimento dedicare la fatica quotidiana. Nondimeno, il buon cibo e il buon bere sono anche i principali ingredienti del fare festa. L’antologia racconta un mondo, quello della campagna del basso Piemonte, che sembra perduto, ma che, invece, costituisce l’ossatura di quel che siamo. In questo humus evolve quella sensibilità che ha dato vita ad alcuni movimenti e scuole di pensiero incentrati sul legame fra la correttezza nel mangiare e uno stile di vita lento, in contrasto con la velocità e il consumo inconsapevole che sono prevalenti nel mondo occidentale. Nel Piemonte contemporaneo è così nata l’associazione Slow Food (1986) la quale, tra le altre cose, fin dal 1996 organizza in rete piccoli produttori del mondo intero che praticano un’agricoltura familiare e sostenibile (Terra Madre), e si è fatta promotrice dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, importante iniziativa formativa fondata nel 2004 e collocata nella provincia profonda. Alla base di questa filosofia vi è la volontà di «ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali» (http://www.slowfood.it/). Il presente volume è uno dei risultati di un più vasto progetto, diretto da chi scrive, che ha lo scopo di raccogliere testimonianze dell’espressione di un patrimonio culturale immateriale che si è sviluppato fra Otto e Novecento e che lascia trapelare i temi della fame e dell’abbondanza. Organizzarle, conservarle, metterle in luce e darne una diffusione adeguata agli esordi del terzo millennio ne costituisce l’attività principale. Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti diventa quindi parte di un ampio repository, che si struttura come archivio della memoria, del saper fare, del saper riflettere, elementi basilari della cultura del quotidiano e della creazione di una consapevolezza della propria identità. Contribuendo a rafforzare il senso di appartenenza, il progetto stimola la riflessione su di sé e sul mondo. Il formato digitale conferisce risorse aggiuntive al libro, il quale può raggiungere attraverso la rete un vasto pubblico, grazie alla sua accessibilità su piattaforma gratuita e alla fruibilità data dalle diverse opzioni che gli sono state attribuite: dalla semplice lettura tradizionale alle funzioni di ricerca lessicale, dal glossario interrogabile alla possibilità di analisi attraverso sistemi di word processing. Giovanni Rapetti presenta il cibo di una volta, attraverso una intensa poesia narrativa, scritta fra il 1973 e il 2008, ma ambientata, grosso modo, fra le due guerre. Artista poliedrico e sensibile, riesce a cogliere e a restituire al lettore quell’insieme di caratteri, di paure, di percezioni, di competenze che una comunità riconosce come propri. Le cinquantacinque poesie che costituiscono il cuore di questo libro sono state scelte, tradotte e commentate da Franco Castelli e Piero Milanese. Le liriche sono tratte dal vasto corpus rapettiano, conservato presso il Centro di cultura popolare “Giuseppe Ferraro” (ISRAL), di cui si allega l’inventario, composto alla data attuale (20 giugno 2016) di 1363 voci. I versi sono in gran parte inediti e anche per quelli già editi in antologia si è fatto ricorso al testo originale, nell’intenzione di uniformare lo sguardo e le soluzioni linguistiche e interpretative per questa occasione. I testi originali sono presentati con traduzione a fronte per facilitarne la comprensione. Commenti esplicativi del testo e dell’ambiente in cui ha preso forma sono posti in calce alla prima pagina dell’originale e della sua traduzione per accompagnare una lettura che, per quanto affascinante, può presentare qualche elemento di difficoltà. La struttura scelta consente di cogliere in un unico colpo d’occhio testo, traduzione e note. I dati strumentali sono in nota, anch’essi a piè di pagina.