70 ANTONIO FALATO i) Tasso annuo di variazione dell'occupazione, cui è associabile la - Proposizione Eia: l'Europa ha creato relativamente poche posizioni lavorative nell'arco degli ultimi trent'anni. Come mostra il Grafico 4, pur decrescendo nell'arco degli ultimi tre trentenni, negli Stati Uniti esso non è mai sceso sotto l'I % e si è mantenuto mediamente su valori vicini al 2% (1,9% per la precisione). In Giappone esso si è mantenuto stabile intorno all'I%, mentre in Europa è arrivato persino ad avere il segno negativo negli anni Novanta, mantenendosi in media su un valore pari allo 0,3%. ii) Tasso annuo di variazione della forza lavoro, cui è associabile la - Proposizione Elb: Alla disoccupazione europea sono connessi significativi fenomeni di 'scoraggiamento' o di ricerca non dichiaratamente attiva. Come mostra il grafico 5, la forza lavoro in Europa è cresciuta, nel corso degli anni Ottanta, a tassi mediamente pari allo 0,7%, arrivando persino a ridursi nei primi anni Novanta. Per converso, negli Stati Uniti e in Giappone, pur riducendosi assumendo valori inferiori nel corso degli anni Novanta, i tassi di crescita della forza lavoro si sono mantenuti mediamente intorno all' 1,5%. iii) Tasso di partecipazione, la cui considerazione conferma la validità della proposizione lb, in quanto esso è, secondo i dati OECD (Employment Outlook), dal 1979 ad oggi stabilmente intorno al 66% per i paesi dell'Unione Europea, mentre è in costante crescita sia negli Stati Uniti che in Giappone dal livello di circa 71% del 1979 a quello di oltre 77% del 1997. Con riferimento ai flussi, è qui possibile fare qualche considerazione di carattere veramente generale, che verrà meglio specificata in seguito con riferimento a singoli paesi. In prima approssimazione si può dire che i diversi studi empirici e i diversi valori calcolati degli indicatori di turnover complessivo dei lavoratori e dei posti di lavoro evidenziano che essi assumono valori stabilmente elevati sia in Europa che negli Stati Uniti e in Giappone. Come però evidenziato in più studi, in particolare si veda OECD (1994) e Layard et al. (1991), quel che differenzia la dinamica dei flussi in Europa da quella negli Stati Uniti è il valore dei tassi di ingresso, calcolati rispetto al numero totale di occupati, nella 'vasca' della disoccupazione. Infatti, in Europa i tassi di ingresso nella 'vasca' della disoccupazione sono relativamente bassi, anche rispetto agli Stati Uniti, per cui gli elevati tassi di disoccupazione dipendono in gran parte da una elevata durata media di permanenza nella condizione di disoccupazione. E possibile, così, formulare la - Proposizione E4: Mentre negli Stati Uniti il rischio di diventare disoccupati è relativamente alto, ma, d'altra parte, la possibilità di trovare un la-