20 GIANCARLO DE VIVO condo lui dovuta a un malinteso, ingigantito dall'isolamento e dall'esasperazione per la vita carceraria. E aggiunge: Per me, che l'ho letta a mente fredda,39 è chiaro che si è trattato di una leggerezza dello scrivente, ma che non c'era sotto né «cattiveria», né tanto meno un piano diabolico. Fui confermato in questa mia opinione dal fatto che Nino disse di esser stato messo sulla strada del sospetto dal giudice istruttore;40 e si sa bene che l'insinuare sospetti del genere fa parte dell'abbici del mestiere di giudice istruttore. Ad ogni modo se, dopo esservi riletta la lettera, conservate i vostri sospetti, non c'è alcuna ragione [...] perché lasciate cadere la cosa. Fate quello che Nino avrebbe fatto, se avesse avuto la libertà di movimento che voi avete: recatevi dallo scrivente della famigerata lettera, quando andrete a Plarigi], portate la sua lettera e quella di Nino, esponetegli francamente il vostro pensiero, e ascoltate le sue spiegazioni; dal tono della sua risposta dovreste essere in grado di giudicare se è sincero o no. Questo è, poiché me lo avete chiesto, il mio consiglio 41 La risposta di Tatiana (del 28 settembre 1937) è quasi sdegnata: «la vostra ultima, indipendentemente dalla vostra intenzione, ha lasciato in me un'impressione penosissima».42 Canfora scrive che «con questa lettera si produce una rottura tra i due, che non si sanerà mai più» (p. 156). Ma in verità dopo di essa i loro scambi non si interrompono affatto: Tatiana gli scrive di nuovo a metà maggio '38, e poi il 24 giugno ed il 15 luglio, nel tono consueto, dando ancora molte notizie sulla famiglia Gramsci-Schucht, ringraziando Sraffa del suo «buon consiglio» su come regolarsi con i fratelli di Gramsci, ricambiando i saluti della madre di Sraffa, e inviando a lei auguri «di ogni bene». Nessuna rottura insanabile - e neanche freddezza, sembrerebbe - tra i due. La posizione di Canfora riguardo a Sraffa può essere riassunta come segue. Secondo lui «tutto fa pensare» che sia Sraffa colui che nel 1928 aveva detto a Tatiana che la lettera di Grieco era «criminale» 44 perché «è impensa- 39 Non si sa quando Sraffa (né quando Tania) lesse la lettera, e neanche quando Sraffa venne a conoscenza della sua esistenza. 49 Canfora sostiene che questa affermazione di Sraffa sarebbe «inesatta» (pp. 268-269). Come visto sopra, Gramsci stesso racconta che nel consegnargli la lettera di Grieco Macis gli disse: «lei ha degli amici che certamente desiderano che lei rimanga un pezzo in galera». 41 A. Natoli, Antigone cit., p. 273. 42 La lettera è pubblicata in P. Spriano, Gramsci cit., App. XXUI. 43 La lettera di Tatiana di metà maggio non ci è pervenuta. Le due lettere del giugno e luglio 1938 sono pubblicate in A. Gramsci - T. Schucht, Lettere cit., pp. 1472-1476 E curioso che Aldo Natoli nell'introduzione a questa raccolta, scriva che «la corrispondenza tra Tania e Sraffa L...J si protrasse dal gennaio del 1929 al settembre 1937» (ivi, p. xxxix), apparentemente dimenticando persino le due lettere del 1938 pubblicate proprio nella raccolta, da lui stesso curata con Chiara Daniele. 44 Natoli scrive che «è possibile [...] ma è tutt'altro che certo» si trattasse di Sraffa (Antigone cit., p. 133 n.).