pubblicherà in prima pagina - Tommaso Morlino, allora organico ali 'entourage colombiano, prima di passare - attraverso la collaborazione con Aldo Moro - a una collocazione di protagonista nella politica italiana.
Lo scritto di Morlino («Basilicata», 2 marzo 1958) difendeva il centrismo, come scelta di necessità, derivante anche dalla incertezza della «sinistra laica» e alla fine della «breve stagione della speranza socialista». Ma lasciava intendere che quella politica perseguiva ■l'obiettivo fondamentale dell'ampliamento dell'area democratica del sistema politico del nostro Paese»; e naturalmente contestava l'accusa costante rivolta a Colombo, meridionalista a Roma e clientelare nella propria regione.
Ma la risposta di «Basilicata», più che diffondersi sui singoli episodi locali e sulla figura di Colombo, tendeva a dimostrare come proprio le linee portanti della politica governativa fossero del tutto insufficienti rispetto alle nuove esigenze.
Sono questi i temi e i toni che dominano la campagna elettorale aperta da Massimo Fichera il 13 aprile, a Potenza e a Matera. Intanto erano state presentate le liste per la Camera, e Comunità era riuscita a presentarsi per prima e quindi ad avere il primo posto sulla scheda (capolista Giovan Battista Martoglio, forse a indicare una superstite sfumatura «paternalistica» di Ivrea verso i personaggi «locali»): per il Senato Comunità non riuscirà ad avere una candidatura per una manovra burocratico-amministrativa che annullava la presentazione e che sarà oggetto di lunghi successivi ricorsi.
Intanto si era annunciata la costituzione dell'I-rur Basilicata; e il 12 maggio Adriano Olivetti arriva a Guardia Perticara iniziando il suo giro lucano «dalla prima cooperativa agricola dell'I-rur Basilicata", come annuncia il giornale. Tursi, Montescaglioso, Matera, e poi Anzi, Calvello, Forenza, Venosa, attraverso un massacrante tour de force, tutti i luoghi in cui è più forte una presenza comunitaria vengono visitati. Nonostante il luogo comune di una naturale freddezza, Olivetti riesce invece ad entrare in sintonia con il pubblico dei comizi, e le sue parole hanno toni che con la consueta chiarezza logica, risultano facilmente comunicative.
■Basilicata», in una «lettera aperta» (25 maggio) all'immediata vigilia delle elezioni, ricorda le parole rivolte da Manlio Rossi Doria ai lucani:
(...) vi siete accontentati delle piccole cose, e ai vostri deputati non avete
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