4. [A PROPOSITO DELLA SCELTA IN ITALIA TRA MONARCHIA E REPUBBLICA]
           le norme fondamentali del regime politico e sociale il risultato sarebbe una legislazione di folla (a mob legislation), prodromo inevitabile di future dittature. Essi vogliono governi veramente liberi e giusti. Giustizia e libertà sono soltanto il frutto della discussione, e della discussione seria e ripetuta.
               Perciò in Italia nel momento presente è necessaria la Monarchia. Questa significa:
                 -        non assemblea costituente, non quindi salto nel buio, non perciò disordine e caos.
                 -        restituzione in integro della Camera dei deputati. Si dovranno discutere le modalità delle elezioni in regime di suffragio universale. Per ora pare inutile discutere del suffragio alle donne, problema immaturo e non sentito. Si dovrà discutere se sia da adottarsi il sistema del collegio uninominale quale si usa in Inghilterra e negli Stati Uniti o quello della rappresentanza proporzionale a tipo svizzero. E qui i partiti diversi potranno apportare utili elementi di discussione.
                 -        un Senato o seconda camera. La quale per ora potrebbe continuare ad essere quella antica, con la eliminazione, con espedienti giuridici non difficili a concepirsi, della maggioranza dei senatori, nominati durante il regime fascista, colpevoli di supina loro dedizione al regime stesso. Si potrà discutere poi quali riforme si debbano apportare al Senato perché esso diventi una seconda Camera fornita di poteri di revisione effettivamente esercitati, senza potere influire sulle tendenze popolari veramente decise o derivante i suoi poteri, come in Svizzera e negli Stati Uniti, da enti regionali ricostituiti, come da molti si auspica.
                 -        in una Corte di cassazione ed un Consiglio di stato, le cui funzioni già oggi imponenti, se esercitate in perfetta indipendenza, potrebbero essere allargate in modo da creare un Corpo giudiziario indipendente ed altissimo che sia il valido guardiano della costituzione.
               Questo non è un programma di conservazione economica e sociale. E un programma di garanzia dell’attuazione di un regime di libertà e di giustizia, qualunque esse siano, purché seriamente volute. Bisogna che quando essa si manifesterà, la volontà popolare sia una volontà seria e non il frutto di improvvise deliberazioni di folla, tipo plebisciti napoleonici o mussoli-niani. L’Europa non ha nulla di buono da ripromettersi da elezioni plebiscitarie il cui contenuto stia nella innovazione a fondo o nella messa in questione di tutte le istituzioni del paese. Tutto, anche la forma monarchica, potrà essere modificato. Ma, se deve esserlo, lo sia a ragion veduta.
               Ossia lo sia dopo un periodo sufficiente di discussione. Chi ami sul serio, non la monarchia o la repubblica, non il capitalismo o il comuniSmo, non la economia libera o quella regolata o una mista, ma ami il paese, deve
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