13. IL GRANDE ESPERIMENTO
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                             IL GRANDE ESPERIMENTO1
              Venticinque anni fa, gli italiani furono posti dinnanzi ad un grande problema: il massimo problema che le società moderne debbono risolvere se non vogliono perire: l’immissione del popolo, di tutto il popolo nello Stato. Non era un problema nuovo, né peculiare allTtalia. Un secolo innanzi Alessio di Tocqueville, traendo nel gran libro su La démocratie en Amerique, le fila di quel che aveva visto negli Stati Uniti si poneva, angosciato, il quesito: sopravviverà la democrazia, sopravviverà la civiltà quando la società non sarà più composta di proprietari, di industriali, di artigiani, di commercianti, di professionisti, di uomini indipendenti, ma di grandi masse umane proprietarie delle loro sole braccia, non attaccate da alcun vincolo materiale e spirituale alla terra, al borgo, alla città e pronte a darsi in braccio al demagogo che ad esse faccia promesse di benessere e di felicità? 1 2
              Quarantanni dopo, il grande storico Jacobo Burckhardt, meditando nel suo studio basilese sulle sorti di Europa, vedeva ripetersi la vicenda dell’impero romano, distrutto non dai barbari, ma dalle folle dei circhi avide di panem et circenses; e lo Stato, per assicurare alimenti e divertimenti alle masse, s’era irrigidito, era divenuto una macchina colossale comandata dall’alto, priva di vita spontanea interiore, tutti servi del principe e da questi ordinati in cerehie ed in corporazioni chiuse e legati insieme da mortale meccanica solidarietà; finché, all’urto del barbaro, condotto talvolta da romani, fuggiti nelle selve germaniche in cerca di vita più sciolta e libera, lo Stato era caduto perché l’uomo il quale non ha in sé le ragioni di vita, non è capace di alzare il braccio per difendersi.
              Angosciato anch’egli, Jacobo Burckhardt chiedeva nel 1870: che cosa sarà dell’Europa quando le moltitudini andranno all’assalto dello Stato dietro la guida dominatrice di un capo-popolo? 3
              Fra il 1912 ed il 1918 l’Italia aveva affrontato il grande problema, attribuendo il diritto di suffragio dapprima a tutti i maggiorenni forniti di un
                   1      «L’Italia e il secondo Risorgimento» (Lugano), 25 novembre 1944, firmato: «Junius», poi in II Buongoverno cit., pp. 68-75 (Firpo, 3173 e 3599).
                   2  De la démocratie en Amerique, parte quarta, cap. 6.
                   3      Si riferisce alle Weltgeschichtliche Betrachtungen. Nach dem oerischen Text herausgegeben von Werner Kaegi, Bern, Verlag Hollweg, 1941 (I ed. 1929) dello storico svizzero Jacob Burckhardt (1818-1897), tradotto in italiano da Delio Cantimori (Meditazioni sulla storia universale, Firenze, Sansoni, 1959).
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