9. GERARCHIA NEL PROGRAMMA
               basso entrano nel loro seno e continuamente depauperati da coloro che ne escono per diventare i capi, gli iniziatori, i promotori. Se la si vuol definire, essa è la società degli uomini che non sono servi di nessuno, né della collettività, né della folla, né degli oligarchi, perché essi hanno una riserva alla quale possono ricorrere per rispondere no a chi li voglia dominare. Questa «riserva» è variabilissima e va dallo «stato giuridico» il quale assicura l’impiegato contro le prepotenze del superiore o l’arbitrio del ministro e dal diritto ad una carica non suscettibile di promozione, che fa del giudice e del professore di università un sovrano capace di tener testa ai potenti del mondo, sino al possesso di una casetta con orto e con libretto di cassa di risparmio che fa dell’operaio un uomo atto ad aspettare il momento migliore per concludere l’ottimo tra i contratti di lavoro a lui accessibile.
               La via più lunga è la più breve
                   Ma i liberali sanno che l’ideale di una società di uomini Uberi non si raggiunge per decreto. Come la via più rapida fra due città separate da una montagna non è la via diretta che pretende di scavalcare il monte, ma la via lunga, la quale lo aggira nella valle; così la via più rapida per toccare la meta, la quale è, ripetesi, la eliminazione degh ohgarchi, dei troppo ricchi, e l’innalzamento dei più umili, cosicché a tutti sia assicurato un minimo di esistenza ed il reddito «medio» si innalzi, non è il taghar la testa ai primi e distribuire a tutti la pensione universale di Stato. Non avremmo, con la via diritta, fatto altro se non sostituire l’una ohgarchia all’altra, luna oppressione all’altra; e nel mutamento scapiterebbero sopratutto gU umiU.
                   QuaU le vie lunghe ed indirette, camminando lungo le quaU si può sperare di giungere a quella società di uguali in diritto e di moderatamente di-suguaU di fatto che è la sola società viva e duratura? Se dovessi compilarne l’elenco, lo vorrei far breve e limitato a quelle esigenze le quali sono attuabili o la cui attuazione può essere iniziata efficacemente in un tempo non troppo lungo, tenuto conto delle energie fattive limitate disponibili non solo nel nostro ma in qualunque paese per i fini veramente grandi. E poiché un tentativo di elenco, anche imperfetto, vai meglio di qualunque più diffusa esposizione dei criteri con i quali l’elenco dovrebbe essere compilato, ecco il mio elenco, informato, ripeto, al criterio di promuovere la formazione di una società di italiani, ciascuno dei quali sia re nella propria casa, nessuno sia servo di alcun tiranno o di alcun oligarca, e nessuno, salvo i mentecatti ed i criminali, sia povero. Le singole esigenze sono, nell’elenco, collegate nell’ordine della efficacia che io ad esse assegno per il raggiungimento della meta.
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