VENTURI E IL PROBLEMA DEGLI INTELLETTUALI 59 credervi. Estrema prova di quella indomabile energia morale di cui volle e riuscì ad essere esempio per la sua e la mia generazione. Una lunga vita, intellettualmente precoce, che trasse quindi le proprie scansioni non da «svolte intellettuali» ma da esperienze politiche e morali vissute con eccezionale passione, e assistite da un impegno tenace a renderle coerenti agli interessi storiografici e alle varie interpretazioni che quelle esperienze suggerivano, persino imponevano. Si aggiunga la sua ritrosia a raccontare soprattutto il «blocco» dei ricordi privati, che amici e allievi rispettavano e che nondimeno lasciava in ombra fasi di un percorso complicato, e tuttavia suggestivo per capire le difficoltà ed i problemi della sua (e nostra) generazione. Ho scelto un approccio, che mi è parso rispettoso della sua ricerca, e al tempo stesso rivelatore degli scarti, peraltro meditati che Venturi venne assumendo nella sistemazione storiografica dei «problemi» che ne accompagnavano le scelte politiche e intellettuali: tra l’altro, è meno arbitrario definire Venturi lo storico degli intellettuali rivoluzionari prima, riformatori poi che non uno storico delle idee o della cultura: quando sembra tale (e a volte ha scelto di esserlo), si tratta sempre di un approccio discorsivo a fondamento del quale stanno, soggetti decisivi ed inquieti, sempre «gli intellettuali». Di essi invocava biografie, ha dato loro monumenti.