LA LOTTA PER L’UNITÀ EUROPEA della Federazione europea - che il socialismo non era la premessa degli Stati Uniti d’Europa.78 Fra i dirigenti del MFE piemontese non ascrivibili al nucleo duro il più impegnato e il più autorevole in questa fase fu Augusto Monti, al quale è dedicata una apposita relazione. Qui va ricordato che egli, dopo avere presieduto l’assemblea del 1° settembre 1945 e quindi aver contribuito con il suo prestigio al decollo in grande stile dell’attività federalista in Piemonte, assunse la carica di direttore responsabile di «L’Unità europea» dall’inizio di ottobre 1945 alla fine di ottobre 1946. In questa carica fu quindi sostituito da Lo Bue formalmente per motivi di salute, ma in realtà perché, in contrasto con l’orientamento dominante fra i federalisti piemontesi, si era schierato con Umberto Campagnolo, che fu segretario generale del MFE dal congresso di Venezia del 5-7 ottobre 1946 fino all’aprile del 1947.79 Campagnolo, che era emerso in primo piano nel MFE in seguito al temporaneo disimpegno di Spinelli (e di Ernesto Rossi), fu in effetti emarginato da un gruppo avente come suo più autorevole esponente Giacomo Devoto,80 sia a causa del suo temperamento autoritario, sia perché cercò di imporre al MFE una linea estremistica e visionaria - fondata sull’attesa di una imminente rivoluzione popolare a favore della Federazione europea - che implicava la rottura di ogni rapporto di collabo-razione, sia pure critica, con i partiti. L’uscita di scena di Campagnolo ebbe dunque come conseguenza la perdita da parte di Monti del controllo di «L’Unità europea», anche se continuò a scrivervi articoli. Nel corso del 1947 ci fu un progressivo attenuarsi del suo impegno nel MFE, che diventerà distacco formale dal movimento in conseguenza del rifiuto della linea «cominciare in Occidente», e della scelta di collaborare con i comunisti 78 Vedi in particolare la risposta di Gustavo Malan («L’Unità europea», 5 gennaio 1946) a un intervento di Giua («L’Unità europea», 20 dicembre 1945) che sosteneva la posizione tradizionale dell’internazionalismo socialista. 79 Cfr. D. Preda, Declino e rilancio del MFE tra fine della guerra e Piano Marshall cit., e S. Pistone, Italian politicai parties cit. Sul pensiero e l’azione di Campagnolo si veda il numero 43-44, 1978, della rivista «Comprendre» (che contiene anche il testo di un discorso di Bobbio, intitolato In memoria di Umberto Campagnolo), organo della Società Europea di Cultura, fondata e diretta da Campagnolo fino alla sua morte nel 1976. Si veda inoltre Umberto Campagnolo e la Società Europea di Cultura, a cura della Biblioteca Comunale di Este e della Società di Gabinetto di Lettura, Este, 1986. I testi federalisti più importanti di Campagnolo sono: Nations et droit, Paris, Alcan, 1938 e Repubblica Federale Europea - unificazione giuridica dell’Europa, Milano, Europa Unita, 1945. 80 Cfr. D. Preda, Declino e rilancio cit. e la tesi di laurea di Bruno Aldami, Il pensiero politico di Umberto Campagnolo, discussa presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino, nella, a. 1974-1975 (relatore Sergio Pistone). — 53 —