11. CONCLUSIONE
be svolta la conferenza interalleata, trovò ad attenderlo una lunga lettera di Nelson Page, la prima di una nutrita serie che da palazzo Amici lo raggiunse nella capitale francese, insieme con le copie di tutti i telegrammi per Washington riguardanti la situazione italiana. In questa lettera e in diverse di quelle successive l’ambasciatore pregava House di visitare l’Italia per rendersi conto di persona delle realtà, dell’atmosfera, dei problemi e della speciale condizione del Paese. Comprendere tutto ciò dall’esterno era impossibile, insisteva Page, specialmente se il punto d’osservazione era la Francia, il cui antagonismo con l’Italia poteva influenzare suo malgrado il colonnello. L’ambasciatore non mancava di corredare l’invito di vere e proprie dissertazioni sulle origini remote della rivalità della Francia con l’Italia, sulle sue svariate manifestazioni e sul peso che essa aveva sempre avuto sugli indirizzi della politica estera italiana.453 Anche il governo italiano si premurò di invitare il rappresentante del presidente degli Stati Uniti; il quale finì per accettare a patto che non ci fossero cerimonie ufficiali, che la sua venuta non fosse nemmeno annunciata e che lo si mettesse in grado di incontrare le persone ‘giuste’ senza spreco di tempo.454 Ma neppure questa volta la visita ebbe luogo, a causa dell’incalzare degli eventi; dal punto di vista italiano la sua importanza passò del resto in sottordine allorché, a metà novembre, fu resa nota la volontà di Wilson di partecipare ai negoziati di pace, e si presentò pertanto la possibilità di avere ospite in Italia il presidente in persona.
     Il compito di House presso la conferenza interalleata di Parigi era di far trionfare i principi wilsoniani senza provocare fratture politiche con gli alleati e anzi mantenendo un clima di cordialità.455 Oltre a decidere se concedere o meno l’armistizio alla Germania e, nel caso, stabilirne le condizioni, la questione più scottante era dunque il non più eludibile responso degli alleati ai Quattordici Punti come base della pace. La strategia del colonnello era quanto mai semplice, ed egli la rese nota in un incontro preliminare con Lloyd George e Clemenceau, traendo spunto da un lungo memoran-
     453      Page a House, 11. personali e confidenziali nn. 1-3,22,25 e 29 ottobre 1918, Page Papers, box 25.
     454      Cellere a Sonnino, tt. gab, 254 e 257, 16 e 17 ottobre 1918, Carte Satinino, bob. 20; Son-nino a Imperiali e Bonin, t. 19 ottobre 1918, DDI, serie V, voi. XI, doc. 703; Imperiali a Sonnino, t. 22 ottobre 1918, ivi, doc. 728; Cellere a Sonnino, t. 24 ottobre 1918, ivi, doc. 748; Bonin a Sonnino, t. 26 ottobre 1918, ivi, doc. 760. Sulle condizioni poste da House alla sua visita in Italia contestualmente all’invito formulatogli da Bonin cfr. House Papers, Diary, alla data del 28 ottobre 1918. Anche l’ambasciata americana a Roma si fece carico di esaudire i desideri del colonnello (Nelson Page a House, 1. personale e confidenziale n. 4, 1 novembre 1918, Page Papers, box 25).
      455 Intimate Papers cit., voi. IV, p. 87.
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