nerio naldi in primo luogo, il problema di dare un'organizzazione e una direzione allV scendere convulsivo delle «classi popolari che, scosse dal letargo in cui erano rimaste durante tutto il risorgimento, chiedono con violenza il loro posto nello Stato e nella Storia»;73 in secondo luogo, le critiche ai dirigenti socialisti, responsabili del fallimento del riformismo socialista, base della sconfitta della sinistra, a cui però Lamberti affianca il riconoscimento per la «grande opera di elevazione e di autonomia proletaria» legata in Italia al partito socialista e ai suoi dirigenti e militanti.74 Gli ultimi tre articoli pubblicati da Mario Lamberti su la «Rivoluzione liberale» (l'ultimo dei quali comparve sul penultimo numero del settimanale, che avrebbe dovuto terminare le proprie pubblicazioni l'8 novembre 1925) non toccano più aspetti dell'attualità o della recente storia politica italiana, ma discutono problemi dell'assetto dell'Europa uscita dalla guerra. In questi articoli, dedicati all'Austria, alla regione balcanica e all'Europa nel suo insieme75 emergono tre temi principali: il ruolo del proletariato industriale come classe che mostra capacità di governo e come più valido assertore del sentimento nazionale-,1 b l'importanza del principio di autodeterminazione dei popoli, proclamato dalle potenze dell'Intesa nel corso della guerra, ma negato dopo la sua conclusione, in particolare di fronte all'aspirazione austriaca ad unirsi alla neonata repubblica tedesca;77 la necessità di una unità europea che travalichi i confini nazionali, quando le aspirazioni in particolare dei nuovi stati balcanici e i desideri di rivincita nei confronti della Germania portano nella direzione opposta ad una politica illuminata che tolga le «cause del dissidio violento [aprendo] il mondo alle pacifiche gare».78 Nella visione di Mario Lamberti l'unità europea poggia su una stessa radice economico-morale-. L'unità economica europea è un dato di fatto che si afferma anche contro, e attraverso, i suoi negatori teorici; mai come dopo questa guerra il vincitore ha avuto così bisogno del vinto e la grandezza di ciascuna nazione è stata in funzione della grandezza e della prosperità delle nazioni vicine: il legame è strettissimo e composto da mille fili invisibili.79 73 Ibid. 74 Ibid. 75 Id., La nuova Austria, «La Rivoluzione liberale», IV, 18 ottobre 1925, pp. 149-150; Id., Problemi di pace, ivi, 25 ottobre 1925, p. 153; Id., La situazione balcanica, ivi, 1° novembre 1925, p. 160. 76 Id., La nuova Austria cit., p. 150. 77 Ibid. 78 Ibid. 79 Id., Problemi di pace cit., p. 153. — 340 —