giovanni busino
Ed il 24 marzo 1944 precisa in una delle sue più belle lettere autobiografiche a Gaetano Salvemini:10
Questa evoluzione mi ha portato ad aver meno fiducia nel libero gioco delle forze economiche sul mercato di concorrenza, a riconoscere la convenienza di maggiori interventi stabili per raggiungere obbiettivi di giustizia sociale, ed a considerare inadeguato il metodo democratico durante i periodi di crisi rivoluzionaria. In poche parole, pur conservando le mie opinioni liberali, sono diventato molto più socialista, ed anche molto più giacobino.11
Non deve meravigliare, quindi, se il Rossi, seguendo in questo l'Einaudi, dice e ripete che il liberalismo è una regola empirica che si occupa dei mezzi e non dei fini, che non è un principio economico. I requisiti elencati dall'Einaudi «per l'esistenza d'una scienza economica» non gh sembrano né convincenti né necessari. Riconosce, ovviamente, che la libertà è una condizione esterna per l'elaborazione e lo sviluppo dell'economia in quanto scienza strumentale senonché è sicuro e l'afferma categoricamente:
Le uniche premesse necessarie per la costruzione di una scienza economica sono - secondo me - delle premesse di carattere psicologico, ricavate dalla nostra conoscenza del modo di comportarsi degli uomini (forse potrei dire di tutti gli animali viventi) in qualsiasi epoca ed ambiente si trovino: decrescenza della soddifazione ricavata dal prolungamento del medesimo stimolo, capacità di prospettarsi la importanza relativa dei diversi fini alternativi e quindi di fare dei piani, ecc. ecc. (31 agosto 1940).
Diversamente dall'Einaudi per il quale la scienza economica, scienza teorematica non troppo dissimile dalle discipline fisico-sperimentali, non formula giudizi di valore, ne tiene conto, e deve rifiutare la commistione con la pohtica, Rossi considera che questa scienza può e deve analizzare le «ragioni per le quali gh uomini si pongono certi fini piuttosto di certi altri, sui limiti entro i quali i fini simultaneamente posti sono fra loro logicamente compatibili o con-traddittorii, sulla implicita presenza di alcune premesse quando altre siano dichiarate». Che tali analisi siano poi fatte dall'economia, dalla storia, dalla psi-
economia politica del Pareto, già pubblicata nell'«Economic journal» del 1906. Su questo economista vedi la biografia di C.H. Herford, Philip Henry Wicksteed. His life and work, London, Dent & Sons, 1931.
10	E. Rossi - G. Salvemini, Dall'esilio alla Repubblica. Lettere 1944-1957, a cura di M. Fran-zinelli. Prefazione di M. Isnenghi, Torino, Bollati Boringhieri, 2004, pp. 3-27.
11	Ivi, p. 11 : «H libro che ha avuto maggiore influenza nell'evoluzione del mio pensiero durante gli anni di carcere, è stato il Common sense of politicai economy del Wicksteed, che ho letto, riletto, spiegato, tradotto».
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