PARTE SECONDA - LA CARRIERA DI UN ECONOMISTA fare i conti con il proprio mondo di provenienza ma anche, nella nuova dimensione politica in cui egli ormai si era situato, con le altre realtà istituzionali e sociali che agivano nel contesto di quella che egli vedeva come una ‘nazione commerciante’. Ed è in questo difficile percorso, tutto centrato come si è detto sul tema dello sviluppo, che Donaudi utilizzò gli autori economici con cui era venuto in contatto. In questo fitto, ma non opaco, reticolo di interrelazioni l’utopia di ogni storia interna non può che dissolversi. Il problema storiografico che il tema Donaudi, a mio vedere, invita ad affrontare è il giudizio sul ruolo dei negozianti nel processo di trasformazione avviato in seno alla società di antico regime. Un ruolo certamente non lineare né meccanico, come le idee e i comportamenti culturali, sociali ed economici dello stesso Donaudi stanno a testimoniare. 4. Profilo teorico Valore Nel Saggio di economia politica e nelle Riflessioni sulle finanze e il commercio Donaudi formulò le sue idee sulla questione, discutendo le tesi dei seguaci di Quesnay sull’opportunità di tassare unicamente la terra, a loro vedere, la sola fonte del valore. Nell’uno e nell’altro testo egli non espresse in maniera ampia e soddisfacente la sua posizione, ma le poche pagine lasciate sono sufficienti a indicare una tendenziale adesione a una teoria oggettivistica del valore. In qualche modo affascinato dalla coerenza logica del discorso fisio-cratico, Donaudi era infatti portato, anche al solo fine di giustificare razionalmente il diritto di tassare il lavoro operaio e dei mercanti, ad attribuire anche al lavoro, esattamente come alla terra, la capacità di creare valore, e cioè la capacità di essere esso stesso la fonte, anzi la principale fonte del valore. In questo senso si può dire che Donaudi abbozzò una spiegazione del significato del valore in termini di lavoro. Egli infatti scriveva: Le due sorgenti da cui derivano tutte le cose di necessità, di comodo, o di onesto piacere, ed i veri oggetti che nella società realmente hanno valore e prezzo, sono le produzioni della terra e dell’industria.85 85 Cfr. Riflessioni sovra vari rapporti delle finanze col commercio cit., p. 128. — 176 —