STORIA UNIVERSALISTICA
261
forca ; ed il ministro pacatamente rispose : « le parole dell' onorevole preopinante mi fanno intendere chiaramente come egli sia di opinione diversa dalla mia intorno all'interpretazione deH’art. 7 del disegno di legge sottoposto oggi ai vostii suffragi ».
       Se l'intemperanza di linguaggio è dardo spuntato contro le vecchie volpi parlamentari, il gioco verbale universalistico ha tuttora un qualche effetto : gli aggettivi « giusto » ed « ingiusto » parendo ai più avere, se appiccicati al sostantivo « prezzo », un contenuto positivo proprio diverso dalle semplici lettere deH'alfabeto a e b die si potrebbero in loro vece adoperare. Gli economisti ordinari credono di aver detto tutto quando chiamano prezzo a quello che ha luogo in presenza, ad esempio, dell'uso libero delle bevande alcooliche e prezzo b quello che ha luogo in assenza del medesimo uso; ed in verità altro da dire non v'ha, per quanto tocca i prezzi. L'universalista preferisce chiamare gli stessi stessissimi prezzi « ingiusto » e « giusto » e, non dicendo nulla di più, si procaccia fama di scienziato novatore e filosofo profondo presso tutti gli allocchi, desiderosi di lasciarsi menar per il naso dal vano suono delle parole.
       Per battere sulla testa di turco degli individualisti ogni martello è buono; persino quello di Thiinen, astrattista se altri mai fu, con la sua teoria della città isolata e delle zone di coltivazione concentricamente distribuite a seconda della distanza. 'A rendere Thiinen un universalista a lui basta affermare che « i suoi cerchi rappresentano l'intero cosmo della coltivazione del suolo, la completa organica connessione dei singoli rami dell’economia agricola» (pag. 159); ossia basta sostituire alle parole esatte adoperate dal T. un rimbombar corrusco di parole solenni : cosmo, organico, connessione, rami. Epperciò per lui l'autore degli autori, il profeta dell’economia universalistica, il pensatore originale ed immortale, il più grande economista del suo tempo fu Adamo Müller. Del quale nessuno vuole svalutare il luogo tenuto nella storia del romanticismo tedesco; ma di cui è certo che il retaggio nella storia della formazione della scienza economica è assolutamente nullo. Frasi come queste di Adamo Müller : « Il valore di una cosa è l'importanza che essa ha per lo stato e per il perpetuo ringiovanimento di esso » (pag. 137) — « La moneta è una qualità inerente a tutti gli individui della società civile, in forza della quale essi possono entrare in relazione con gli altri individui e separare a Ior volta gli individui uniti » (pag. 138) — «I quattro elementi della produzione — terreno, lavoro, capitale fisico e capitale spirituale — conducono tanto ai quattro elementi della famiglia : — gioventù (tendenza a progredire), vecchiaia (freno), virilità (produzione), femminilità (conservazione); — quanto ai quattro elementi dello stato nazionale: istruzione, difesa, produzione e commercio che coi loro contrasti devono produrre l’armonia del tutto; e corrispondono ancora: il terreno al principio femminile della conservazione che conduce alla nobiltà, il lavoro al principio virile che conduce alla borghesia, il capitale fisico, o materiale, per via dell’elemento di gioventù in esso contenuto, al ceto mercantile ed il capitale morale o spirituale, — per via dell'elemento di vecchiaia in esso contenuto, alla classe insegnante od al clero (pag. 139); — e tutti essi, se forse hanno un valore per la valutazione del mondo di idee romantico, non ne possono avere alcuno nella storia della teoria economica, aborrente, più che il fuoco dall'acqua, dall’intuizionismo impreciso e dalle