•420 LA RIFORMA SOCIALE —' VOL. U in questo eccesso di ammirazione qualche cosa che tradisce una secreta debolezza sensuale ('). Perfino il rigido Catone smette la sua severità, per occuparsi del regime alimentare come della cosa più importante alla vita, e con una compiacenza forse eccessiva per un censore (*). Seguendo tutte le storie, noi vediamo che una preoccnpazione diversa domina i grandi capitani e gli apostoli delle religioni idealistiche. I primi, dagli eroi di Omero a Moltke, vedono che l'energia dei combattenti è determinata sopra tutto dalla quantità e dalla qualità del cibo che essi introducono : un esercito di deboli e di mid nutriti può forse, sotto la pressione dell'entusiasmo, operare atti di audacia, non mai però essere capace di lunga e tenace resistenza (J). I secondi sentono invece profondamente che niente più è contrario all'ascetismo e all'idealismo di un sano regime alimentare: i lunghi digiuni,come le lunghe astinenze, sono quindi consigliati come quei rimedi che turbano nello stesso tempo profondamente il corpo e l'anima e determinano i fenomeni dell'ascetismo. Gli asceti che si ritiravano a vivere nei deserti e che si alimentavano di fave e di locuste, solo dopo lunghe privazioni vedevano affacciarsi nelle notti insonni, dinanzi agli occhi esaltati, le isteriche visioni. Così da una parte, mentre tutti i capitani e conquistatori vogliono sopra tutto che coloro che li seguono abbiano un'alimentazione sana e abbondante, e attribuiscono a essa gran parte delle cause di prevalenza, gli apostoli di tutte le religioni idealistiche sono tutti d'accordo nel consigliare le lunghe astinenze e il digiuno. Gli uni e gli altri sentono di non poter prevalere se non per queste duo opposte vie. Il problema dell'alimentazione è stato, fin dai primordi dell'umanità, il problema essenziale. Gli esseri poco progrediti, appunto per la loro scarsa complessità, trovano facile alimento dovunque : mentre la materia integrabile diventa sempre più rara mano mano che si sale all'uomo e agli esseri più progrediti. • Quando Rabelais diceva: « messer Gaster estre de tous arts lo maistre... Au mandement de messer Gaster, tout le ciel tremble, tonte (1) Polibio: Storia generale, xii, 24. (2) Catone: De re rustica, 78 a 84. Orazio (Odi, in, 21) credo che Catone abbia a dirittura riscaldato spesso col vino il suo zelo per la virtù. (3) Cfr. Albertoni: La fisiologia e la questione sociale, Bologna, 1890, pag. 12. Napoleone ! diceva: Il soldato ha il cuore nello stomaco.